Negli ultimi giorni, Wall Street ha registrato nuovi massimi storici, mentre gli investitori rimangono cauti di fronte alle incertezze politiche generate dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Nonostante l’S&P 500 e il Nasdaq Composite abbiano superato i loro precedenti record, il clima di scetticismo persiste tra gli operatori di mercato.
Le recenti tensioni economiche, scatenate dall’imposizione di tariffe reciproche il 2 aprile, avevano portato l’S&P 500 a una flessione significativa, avvicinandolo alla soglia di mercato orso. Tuttavia, una tregua tra Israele e Iran, assieme a un allentamento delle politiche protezionistiche di Trump, ha contribuito a un incremento dei prezzi e a un recupero dell’indice.
JP Morgan Chase ha definito l’attuale situazione come contraddistinta da “estrema incertezza politica”. Secondo Art Hogan di B. Riley Wealth, gli investitori tendono a non esporsi troppo al rischio, consapevoli che una dichiarazione inaspettata potrebbe influenzare i mercati destabilizzandoli nuovamente. Joseph Quinlan di Bank of America ha notato un rally del 6% dell’S&P 500 dopo la rielezione di Trump, ma ha avvertito riguardo la possibilità di eccessiva fiducia nel mercato.
Attualmente, la volatilità è sotto livelli elevati, ma Jeff O’Connor di Liquidnet ha avvertito che, nonostante una certa disensibilizzazione ai titoli di giornale, i mercati restano poco stabili. Le opzioni call rialziste non vengono utilizzate come in passato, segnalando un’attitudine più prudente tra gli investitori istituzionali.
Mark Spindel, chief investment officer di Potomac River Capital, ha utilizzato il termine “presidenza Snapchat” per descrivere le rapidità dei cambiamenti nelle politiche di Trump. Tuttavia, alcuni trader vedono il suo approccio come potenzialmente benefico per il mercato, concedendo un certo margine di fiducia all’amministrazione.