Le istituzioni europee vedranno un significativo aumento delle spese nell’anno prossimo, con un incremento che toccherà i 3 miliardi rispetto a spese passate. Il budget per la pubblica amministrazione Ue salirà da 12,8 a 13,4 miliardi di euro, un chiaro segnale del costo crescente di questo sistema, che continua a gravare sui cittadini.
Tra i costi più rilevanti ci sono le spese per i membri del Parlamento. Nel 2026, la voce relativa a deputati, personale e collaboratori costerà 1,5 miliardi, aumentando di 100,9 milioni rispetto all’anno attuale. Questo include indennità, rimborsi di viaggio e spese connesse alle attività parlamentari. I costi per le missioni e gli spostamenti da Bruxelles a Strasburgo e Lussemburgo ammonteranno a 29,4 milioni, un aumento rispetto agli anni precedenti.
Inoltre, anche le indennità transitorie per i parlamentari in uscita arriveranno a 2,2 milioni, per assisterli nel periodo post-mandato. Sul fronte delle indennità della presidente Roberta Metsola, ci sono 219 mila euro destinate a spese di soggiorno e rappresentanza, oltre alla già consistente indennità mensile.
Le spese non si fermano qui: per i “portaborse”, cioè gli assistenti dei deputati, sono previsti 279 milioni. Vi è anche un impegno di 290 mila euro per promuovere relazioni sociali tra il personale, includendo sovvenzioni per attività culturali e sportive.
Infine, la Commissione europea, che ha il compito esecutivo, rappresenta un ulteriore centro di spesa, con 13,4 milioni destinati a stipendi e indennità per i commissari. Anche le pensioni degli ex membri della Commissione e degli euro-parlamentari sono significativamente alte, con un budget di 14,2 milioni e 24,2 milioni rispettivamente, segnando un incremento notevole nel complesso della spesa.
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