L’attenzione cresce in vista del vertice tra Stati Uniti e Cina, dove i presidenti potrebbero discutere un accordo sui dazi. Le dichiarazioni aggressive di Trump hanno suscitato preoccupazioni tra gli investitori, specialmente considerando che un aumento dei dazi sul prodotto cinese potrebbe spingere verso l’alto l’inflazione negli Stati Uniti e rendere più complessa la politica monetaria della Federal Reserve, soprattutto ora che si prevede un possibile abbassamento dei tassi.
Passando alla Cina, gli ultimi dati commerciali e sull’inflazione hanno rivelato dinamiche interessanti. Le esportazioni verso gli Stati Uniti stanno diminuendo drasticamente, mentre le vendite verso Europa e altre parti dell’Asia rimangono solide. Le importazioni, invece, hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi mesi, trainate da metalli e tecnologia.
Nonostante ciò, l’inflazione in Cina resta bassa, con una deflazione annuale dello 0,3% nei prezzi al consumo, influenzata dalla diminuzione dei prezzi alimentari. Le prospettive al riguardo sono incerte, poiché i prezzi alla produzione continuano a calare, segnando tre anni consecutivi di ribassi.
Per quanto riguarda il cambio euro/yuan, la situazione è delicata. La valuta cinese è sotto pressione, rendendo i prodotti cinesi competitivi sul mercato europeo. Il tasso di cambio EUR/CNY è bloccato tra la soglia di supporto di 8,20 e la resistenza di 8,50. Scenari tecnici potrebbero prevedere sia un rafforzamento dello yuan che una continuazione del trend rialzista iniziato nel tempo recente.
In definitiva, la futura direzione dello yuan sarà influenzata dall’andamento degli scambi e dalle decisioni monetarie della Fed, oltre che dagli esiti del prossimo vertice tra i due leader.