L’attacco del vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance riguardo all’annullamento delle elezioni presidenziali in Romania suscita interrogativi in relazione al parere della Commissione di Venezia. Giovanni Guzzetta, costituzionalista, sottolinea che, sebbene Vance si concentri sulla libertà di espressione, la Commissione affronta con maggiore cautela il tema della distorsione delle elezioni. La Commissione di Venezia, che funge da organo consultivo per il Consiglio d’Europa, non si è espressa specificamente sul caso rumeno, ma la sua analisi include indicazioni che fanno sorgere dubbi sulla conformità della decisione rumena agli standard internazionali.
Secondo il rapporto, la Commissione afferma che l’intervento delle corti per invalidare le elezioni deve essere giustificato da un ricorso formale e non può essere esercitato d’ufficio. Inoltre, sottolinea l’importanza del contraddittorio e di un’istruttoria approfondita prima di annullare elezioni, data la gravità di tale azione. L’organo consultivo esclude che informazioni di intelligence possano essere considerate sufficienti per un annullamento, punto cruciale nel caso rumeno.
La Commissione esprime anche preoccupazione riguardo all’influenza dei social media e delle campagne elettorali. Guzzetta evidenzia che, sebbene non ci sia un rischio immediato di politicizzazione delle corti, permane la necessità di stabilire un equilibrio tra libertà di espressione e potenziale condizionamento delle elezioni. Infine, è chiaro che vi è un bisogno di ulteriori regolamentazioni per prevenire distorsioni nel processo elettorale.