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Vaccino contro la bronchiolite per neonati fermato al Sud: la protesta dei medici

In autunno partirà in Italia una campagna per promuovere il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale, responsabile di bronchioliti pericolose nei bambini fino ai due anni. Questo intervento si rende necessario a causa dell’aumento di casi di bronchiolite e influenza, che possono sovraccaricare i reparti pediatrici ospedalieri. Tuttavia, la campagna di vaccinazione subirà un rallentamento a causa di una decisione del Ministero della Salute che ha imposto un blocco della somministrazione nelle Regioni del Sud Italia, oltre a Lazio e Abruzzo, che sono in piano di rientro dal disavanzo sanitario.

La responsabile di questa decisione è stata Orazio Schillaci, ministro della Salute, e le critiche non si sono fatte attendere. Filippo Anelli, presidente nazionale degli Ordini dei medici, ha definito l’atto “assurdo”, affermando che non è giusto discriminare i neonati in base alla loro provenienza geografica. Anche Fabiano Amati, consigliere regionale pugliese e presidente della commissione Bilancio e programmazione, ha denunciato l’ingiustizia della situazione, sottolineando come la Puglia disponga di una legge regionale che garantisce la somministrazione gratuita di anticorpi monoclonali ai neonati. Ha dichiarato che non esiterà a denunciare chi non rispetterà tale legge.

Attualmente, le Regioni italiane stanno agendo in modo autonomo riguardo alla vaccinazione contro il virus respiratorio sinciziale, portando a un’offerta disomogenea sul territorio nazionale. Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, ha evidenziato che, fino ad oggi, solo la Valle d’Aosta ha avviato la campagna di prevenzione. Ha inoltre sperato che altre Regioni, come Veneto, Trento, Bolzano, Lombardia, Toscana, Sicilia e Campania, possano iniziare la vaccinazione entro ottobre 2024.

La questione del virus respiratorio sinciziale è diventata urgente e la Società Italiana di Pediatria ha lanciato un allerta riguardo alla carenza di terapie intensive pediatriche, chiedendo un rapido intervento del Governo. L’organizzazione ha messo in evidenza la necessità di coordinamento tra le Regioni per garantire l’efficacia della campagna vaccinale a livello nazionale.

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