Gli Stati Uniti continuano a influenzare la politica italiana ed europea, ma oggi lo fanno in modo egoistico e indifferente. Un tempo, le interferenze americane riflettevano una pretesa di primato, mentre ora sembrano esprimere una certa distanza. Negli ultimi cinquant’anni, le forze democratiche italiane hanno cercato di mantenere un saldo ancoraggio transatlantico, nonostante le tensioni dovute a conflitti come Vietnam e Iraq e ai sospetti sulle ingerenze americane. Questo ha comportato un equilibrio delicato per garantire la sovranità italiana.
La storia è costellata da episodi emblematici, come le lamentele dell’ambasciatore Clara Luce negli anni Cinquanta e le tensioni tra Craxi e Reagan, fino all’ospitalità degli euromissili sotto Cossiga. Queste dinamiche si sono svolte in un contesto in cui gli Stati Uniti erano percepiti come gendarmi del mondo, offrendo garanzie per l’Italia e l’Europa. Tuttavia, l’isolazionismo americano sembra tornare in auge, rappresentando una minaccia per l’Europa.
Di fronte a ciò, è fondamentale rafforzare i legami europei per avere un peso sulla scena internazionale. Non possiamo più permetterci di essere troppo accondiscendenti o litigiosi con un’America distaccata e isolazionista, specialmente sotto la seconda presidenza di Trump. La sfida sta nel trovare un equilibrio tra un legame che si sta spezzando e la necessità di ritrovare una nuova stabilità. Questa America potrà essere più generosa con i forti, influenzando quindi il destino dell’Italia e dell’Europa.