Una nuova tecnica di stampa 3D, chiamata filatura rotante (3DRoWS), ha mostrato risultati promettenti nella rigenerazione del sistema muscolare, affrontando la sfida della perdita massiccia di muscolo scheletrico (Vml) causata da traumi, distrofie muscolari e interventi chirurgici. Cesare Gargioli, docente dell’Università di Roma Tor Vergata, sottolinea che questa tecnica è efficace nella biofabbricazione di mio-sostituti umani che replicano le architetture e le funzioni del muscolo nativo. Il progetto mira a creare un microambiente favorevole al differenziamento miogenico dei periciti, cellule cruciali per la funzionalità dei vasi sanguigni.
Il team di ricerca ha utilizzato la proteomica per analizzare le proteine coinvolte nella struttura e nella funzione muscolare. Gargioli evidenzia che il metodo RoWS incrementa le proteine strutturali e di contrazione rispetto alle colture 3D non stampate. Utilizzando spettrometria di massa, hanno mostrato come la stampa 3D influisca positivamente sulla maturazione delle fibre muscolari, favorendo la formazione di miotubi e riducendo l’attività delle molecole di adesione cellulare, creando un ambiente meno mitogeno.
Le indagini in vivo hanno dimostrato la compatibilità del mio-sostituto biofabbricato in 3D con il tessuto muscolare ospite, evidenziando integrazione completa e rigenerazione delle fibre muscolari in modelli murini. In conclusione, i risultati suggeriscono che la tecnica di stampa 3D RoWS potrebbe migliorare il controllo del differenziamento miogenico e, con ulteriori sviluppi, potrebbe essere applicata clinicamente per il trattamento delle lesioni muscolari.