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Un grande statista? La verità dietro l’ostinazione

Durante la trasmissione “La Torre di Babele,” il 4 novembre 2024, Antonio Scurati ha discusso con Corrado Augias riguardo a Benito Mussolini e alle opinioni che alcuni continuano a sostenere, come quella di considerarlo “un grande statista”. Scurati, vincitore del Premio Strega 2019 con “M. Il figlio del secolo”, ha raccontato un significativo aneddoto legato a Mussolini, il quale dimostrò la sua incompetenza in un episodio noto come “il discorso del bagnasciuga”. Qui, Mussolini confuse il termine “bagnasciuga” – che si riferisce alla linea di galleggiamento delle navi – con “battigia”, evidenziando una grave incomprensione linguistica.

Scurati ha sottolineato che l’Italia del dopoguerra era un paese devastato, sia materialmente che moralmente, un’affermazione che richiama alle condizioni pietose in cui si trovava il paese dopo la Seconda guerra mondiale, iniziata con lo sbarco in Sicilia. Ha invece chiarito che non è stato lo sbarco degli Alleati a causare quella distruzione, ma la convinzione illusoria di Mussolini di poter fermare gli sbarchi.

Nel raccontare l’aneddoto, Scurati ha citato la disperazione del dittatore, che si lamentava con Claretta Petacci, dicendo: “Io sono stato l’ultimo imperatore romano, ora mi ricorderanno come l’uomo del bagnasciuga”. Questo episodio, per Scurati, serve a evidenziare non solo l’incompetenza del Duce, ma anche il suo disinteresse e disprezzo per questioni pratiche e tecniche, cruciali per governare un popolo.

Scurati critica anche l’attuale riferimento a Mussolini come “grande statista”, affermando che qualcuno, incluso la premier Giorgia Meloni, continua a difenderlo. La Meloni, in una famosa intervista, aveva definito Mussolini “un buon politico, il migliore degli ultimi 50 anni”. Concludendo, Scurati mette in discussione la credibilità di tali affermazioni, chiedendosi in quale abisso fosse l’Italia per avere un leader così poco competente.

L’intervento di Scurati invita a riflettere sull’eredità storica di Mussolini e sull’importanza di non dimenticare le lezioni del passato.

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