Una notizia interessante giunge dalla Svezia, dove il termine italiano “Umarell” è stato riconosciuto come una delle parole significative del 2024. Questo termine, originario di Bologna, indica un uomo anziano che osserva con curiosità i lavori in corso negli spazi pubblici. Il concetto di umarell è stato portato in Scandinavia dallo scrittore Danilo Masotti, che lo ha utilizzato in diversi scritti e progetti.
In Svezia, il termine assume la stessa accezione dell’italiano: l’umarell è un signore di una certa età che, con le mani dietro la schiena, segue con attenzione i cantieri nella sua città. Questa figura è diventata iconica e sta cominciando a entrare nel lessico e nella cultura popolare europea, non solo in Italia. La rivista Språket ha sottolineato l’importanza di questa parola nel contesto svedese.
Il percorso di diffusione del termine è interessante. La parola è nata a Bologna, dove dal 2018 esiste anche una “piazzetta degli Umarells”. La sua popolarità si è espansa nel Nord Italia e successivamente a tutta la penisola, fino a essere inclusa tra le 32 nuove parole dell’anno in Svezia. Inoltre, il crescente interesse svedese per il calcio e per la cultura italiana, in particolare per l’Emilia-Romagna, ha favorito questa diffusione. Secondo Filip Jacobson, giornalista svedese, dall’inizio degli anni ’90 gli svedesi hanno mostrato un’attenzione particolare per le eccellenze italiane, e l’inserimento dell’umarell nella lingua riflette questo legame.
La nascita ufficiale del termine è attribuita a Danilo Masotti, che nel 2005 lo ha coniato. La sua idea era quella di ribaltare la connotazione negativa originaria della parola, trasformandola in una categoria positiva. Da allora, l’immagine dell’uomo anziano che osserva i lavori è diventata parte del linguaggio comune e ha trovato spazio anche nei neologismi ufficiali italiani, come evidenziato dalla Treccani nel 2022.
Il futuro per il concetto di umarell appare promettente, con un film in arrivo da un regista finlandese e un libro gioco intitolato “Smemorell”. Questa evoluzione dimostra come una semplice parola possa attraversare culture e confini, diventando simbolo di curiosità e coinvolgimento civico.