
È cominciato stamani nel palazzo di giustizia di Torino il processo ad Alex Pompa, lo studente di 19 anni che nel giugno del 2020 uccise il padre, Giuseppe, 52 anni, per difendere la mamma nel corso dell’ennesima lite violenta. Si è costituito parte civile il fratello della vittima, Michele, con il patrocinio dell’avvocato Federico Squartecchia.
“Di sicuro – ha detto Alex – affrontare un processo nella vita non è normale e farlo a questa età è più difficile, ma confido nella giustizia e nello Stato italiano. Vedremo cosa succederà nelle prossime udienze”. Il ragazzo è accusato dal pubblico ministero Alessandro Aghemo di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela.
“Siamo unitissimi e confidiamo nella giustizia, staremo vicini ad Alex, uno studente modello e un ragazzo perbene”. Così Loris Pompa, fratello maggiore di Alex, In aula, oltre all’imputato e al fratello, la madre di Alex, Maria Cotoia: “Sicuramente di quella sera non conservo un ricordo positivo – ha detto la donna, visibilmente scossa – ora staremo vicini ad Alex, sperando che la giustizia ci dia ragione”.
“Siamo convinti di poter dimostrare che Alex abbia agito in una situazione di legittima difesa, abbiamo avuto la fortuna di trovare sui telefoni numerosi messaggi audio registrati sia da Alex che da suo fratello Loris, che hanno permesso di documentare come da anni ci fosse una situazione molto difficile in casa”. Così l’avvocato Claudio Strata, legale difensore di Alex Pompa, che ha aggiunto: “Ci sono anche quattro audio di quella sera oltre a un messaggio che dimostrano come ci fosse una situazione di gravissimo pericolo per l’incolumità di Alex, della mamma e del fratello”.
Dopo il disbrigo di alcune incombenze preliminari l’udienza è stata aggiornata. Le prossime udienze si terranno il 30 giugno e il 7 luglio.