Matteo Salvini ha commentato la decisione del tribunale di Roma che ha sospeso il giudizio di convalida sui provvedimenti di trattenimento di sette migranti di origini egiziane e bengalesi. Questi migranti erano stati trasferiti nel Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) in Albania l’8 novembre. La questione è stata nuovamente rimessa alla corte di giustizia dell’Unione Europea. Si dovrà stabilire se prevalga l’ultimo decreto sui “paesi sicuri”, che contempla un’espulsione automatica, o la decisione finale dei giudici europei. I giudici hanno evidenziato una “dubbia compatibilità” tra la normativa italiana e quella europea.
Questa non è la prima sentenza contro i Cpr imposti dal governo di Giorgia Meloni. Qualche settimana fa, un’altra decisione giudiziaria ha portato al rientro di 12 migranti in Italia dall’Albania. Dopo la nuova sentenza, i sette migranti saranno riportati nel nostro paese via Brindisi con una nave della Marina militare.
I giudici romani hanno infatti chiarito che i criteri per designare uno Stato come “Paese di origine sicuro” sono stabiliti dal diritto dell’Unione Europea. Hanno sottolineato che, nonostante le prerogative del legislatore nazionale, è compito del giudice verificare la corretta applicazione del diritto dell’Unione, il quale prevale sulla legge nazionale in caso di conflitto, come previsto dalla Costituzione italiana.
Il provvedimento chiarisce ulteriormente che la designazione di uno Stato come “Paese di origine sicuro” è rilevante solo per le procedure da applicare e che l’esclusione di uno Stato dalla lista non impedisce il rimpatrio di migranti la cui domanda di asilo sia stata respinta. Questa situazione potrebbe aumentare le tensioni tra la maggioranza di governo e il sistema giudiziario.
Salvini ha criticato aspramente la sentenza, affermando che si tratta di un’altra decisione politica contro il popolo italiano e la sua sicurezza, sostenendo che governo e Parlamento hanno il diritto di proteggere i cittadini. Ha anche accennato a possibili condanne nel contesto del processo Open Arms, il cui proseguimento è fissato per il 20 dicembre.