Previsti per la metà del 2025 negli Stati Uniti i primi trapianti di rene dal maiale all’uomo, in una sperimentazione compassionevole che coinvolgerà inizialmente sei pazienti tra i 55 e 70 anni in stato terminale, con possibilità di estensione fino a 50 persone. L’approvazione è stata rilasciata dalla Fda, l’agenzia federale Usa responsabile della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici. L’ok definitivo avverrà solo al termine della terza fase del protocollo. Questo approccio rappresenta un passo importante verso la risoluzione della carenza di organi.
Il trapianto consiste nella sostituzione di un organo o tessuto con un altro prelevato da un individuo, in questo caso di una specie diversa, e si classifica come xenotrapianto. Questa pratica è spesso l’unica soluzione per pazienti affetti da malattie degenerative. Il suino è l’animale più studiato per i trapianti umani, grazie alle sue similitudini biologiche.
Il rigetto è una delle principali problematiche nei trapianti, poiché il sistema immunitario del paziente può riconoscere l’organo trapiantato come estraneo e attaccarlo. Per ridurre questo rischio, l’azienda United Therapeutics Corporation ha modificato geneticamente il rene suino, introducendo sei geni umani, al fine di minimizzare la possibilità di rigetto.
Questa ricerca segna una potenziale svolta nella medicina dei trapianti e potrebbe offrire nuove opportunità di vita a molti pazienti in attesa di un organo.