La procura di Roma sta indagando per istigazione al suicidio in relazione alla tragica morte di Valerio, un bambino di 12 anni, precipitato dal decimo piano di un palazzo il 5 dicembre. Il preside della Scuola Svizzera di Roma, dove Valerio era iscritto, ha dichiarato di escludere il bullismo come fattore, affermando che “non ci sono stati episodi di bullismo” e descrivendo la comunità scolastica come una “famiglia” di 450 studenti ben integrati.
La caduta di Valerio, avvenuta nel pomeriggio, è stata fatale nonostante il bambino sia atterrato su un cumulo di foglie che non ha attutito sufficientemente l’impatto. Trasportato d’urgenza all’ospedale Bambino Gesù, è deceduto poco dopo a causa delle gravi lesioni riportate. La procura sta indagando per garantire che tutte le piste vengano esplorate, incluso l’analisi dello smartphone del ragazzo, alla ricerca di prove che possano indicare se fosse stato preso di mira.
Il preside ha espresso il dolore collettivo della comunità scolastica, affermando che non c’erano state avvisaglie di problemi. Per affrontare il trauma dell’accaduto, la scuola ha sospeso l’attività didattica per permettere agli studenti di elaborare le proprie emozioni. Sono stati organizzati incontri con gli alunni e preparato un libro per raccogliere pensieri e ricordi, che sarà inviato alla famiglia di Valerio. Inoltre, sono state annullate le celebrazioni per Samichlaus, il festeggiamento di San Nicola.
La tragedia ha sconvolto la comunità, creando un’atmosfera di incredulità e tristezza. Il preside ha confermato che l’istituto è un luogo in cui gli alunni sono seguiti attentamente e ci si impegna a garantire il benessere degli studenti. In un momento così difficile, è fondamentale per la scuola offrire supporto e spazi di espressione emotiva ai ragazzi colpiti da questa perdita inaspettata. La situazione rimane delicata e la comunità attende sviluppi dalle indagini in corso per comprendere appieno le circostanze della tragedia.