Il compagno di Maria Cristina Pugliese, trovata morta impiccata a Caldiero, nel Veronese, risulta indagato. La giovane donna, madre di una bimba di cinque anni, è stata trovata nel bagno della loro abitazione, con il tubo della doccia attorno al collo. Tuttavia, la famiglia rifiuta l’idea del suicidio e accusa il 40enne, che ha avvertito i carabinieri del ritrovamento. Gli investigatori stanno esaminando dettagli della storia dell’uomo che suscitano sospetti.
Il 40enne, primo indagato, ha dichiarato di aver trovato il corpo nella doccia, ma la madre di Cristina, Rosa Sainato, ha contestato questa ricostruzione, affermando che sua figlia non si sarebbe mai suicidata. Le indagini proseguono in attesa dell’autopsia, con l’ipotesi di un omicidio che guadagna credito a causa di anomalie riscontrate nell’abitazione.
Cristina Pugliese, originaria di Marina Gioiosa Jonica, lavorava come commessa e barista e viveva con il compagno in una villetta a schiera. Vicini hanno riferito di recenti litigi. Rocco Pugliese, il fratello di Cristina, ha raccontato di aver ricevuto un messaggio inquietante dal compagno, nel quale chiedeva se avesse visto la sorella. Questo messaggio, insieme a un simile inviato all’ex compagno di Cristina, ha suscitato preoccupazione in Rocco e nel padre, portandoli infine a recarsi a Caldiero, dove hanno trovato il corpo della giovane.
Rocco ha anche segnalato che il sabato precedente alla morte, ci sarebbe stata una lite davanti a un bowling, e ha notato che la borsetta di Cristina era rimasta nell’auto del compagno. Inoltre, ha riferito di un tavolino rotto in casa e si è chiesto come sarebbe stato possibile per sua sorella strangolarsi con il tubo della doccia. Le sue dichiarazioni pregne di dubbi comprovano la convinzione della famiglia che Maria Cristina non avrebbe mai volontariamente compiuto un gesto simile, creando ulteriori interrogativi sull’eventuale coinvolgimento del compagno nella sua morte.