Secondo la Generazione Z, la ricerca scientifica (68%) e la medicina (66%) sono i settori che maggiormente beneficeranno dall’intelligenza artificiale (Ai). I giovani mostrano fiducia nel ruolo dell’Ai in ambito sanitario, ritenendo che avrà un impatto positivo su rapidità (61%), organizzazione (57%), efficacia (50%) e personalizzazione (50%) delle cure. Tuttavia, è fondamentale per loro mantenere il contatto umano durante le cure (61%) e sottolineano l’importanza per i professionisti sanitari di sviluppare un pensiero critico per integrare al meglio le nuove tecnologie (47%). Queste risultanze emergono dalla ricerca ‘Intelligenza artificiale, una risorsa per la salute?’, realizzata da Swg per Johnson & Johnson.
Per comunicare ai giovani il futuro della medicina, è stata avviata la quinta edizione di ‘Fattore J’, un progetto di Johnson & Johnson in collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale e l’Istituto nazionale tumori di Milano. ‘Fattore J’, che ha già coinvolto oltre 300.000 studenti, prevede una serie di eventi territoriali presso ospedali e policlinici universitari, creando un collegamento tra studenti e professionisti sanitari per scoprire come ricerca e tecnologia stanno trasformando la sanità.
I dipendenti di Johnson & Johnson parteciperanno a queste attività di volontariato, offrendo esperienze pratiche, come la visita al sito produttivo di Latina, mostrando il percorso del farmaco dalla ricerca alla produzione. Sebbene il 53% dei giovani affermi di avere conoscenze sull’Ai in sanità, il 65% è interested ad approfondire ulteriormente il tema.
Si nota una generale apertura verso l’Ai, con il 61% favorevole alla diagnosi istantanea e il 58% alla chirurgia a distanza. Molti credono che l’Ai sia fondamentale per affrontare malattie rare (72%) e combattere il cancro (67%). Tuttavia, circa 1 giovane su 3 rimane scettico, considerando “fantascienza” alcune innovazioni già in uso.
Il lancio di Fattore J ha visto la partecipazione di figure istituzionali e scientifiche, che hanno discusso dell’importanza dell’innovazione tecnologica e delle opportunità che questa offre per la salute. Sia Monti che Galmozzi hanno enfatizzato l’importanza di coinvolgere i giovani nel cambiamento attraverso la formazione e la partecipazione. Sturion di Johnson & Johnson ha sottolineato che l’innovazione deve essere accessibile a tutti, mentre Michilli ha foresegnato un processo di innovazione sociale volto a rispondere alle sfide contemporanee della salute.