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sabato, 18 Gennaio, 2025
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Toninelli risponde all’invito di Grillo e si avventura nel bosco: il video provocatorio su Conte e le elezioni

Nella lotta interna che coinvolge il Movimento 5 Stelle, Danilo Toninelli si è schierato a favore di Beppe Grillo. Come richiesto ironicamente dallo stesso Grillo, Toninelli ha “andato a funghi”, documentando la sua passeggiata in un video su Facebook. Grillo ha ottenuto un nuovo voto sulle modifiche statutarie approvate durante l’Assemblea Costituente di novembre, in particolare per quanto concerne l’abrogazione del ruolo del garante, attualmente ricoperto da Grillo stesso. Il comico genovese sta cercando di annullare le modifiche sostenute da Giuseppe Conte, cercando di utilizzare l’astensionismo come strategia di opposizione. L’invito di Grillo a “andare a funghi” coincide con il periodo delle votazioni, che termineranno domenica.

Dal 5 dicembre, gli iscritti al M5S sono stati nuovamente chiamati a votare, con le votazioni che si concluderanno il 8 dicembre alle 22. Grillo, sempre in carica come garante, ha parlato di un “cavillo” per giustificare il ritiro del voto sulle modifiche statutarie. Gli iscritti aventi diritto sono aumentati a 89.048, con una soglia di almeno 44.705 partecipanti necessaria per rendere valido il voto.

In un video in cui appare a bordo di un carro funebre, Grillo ha esortato gli iscritti a votare, ma ha anche lasciato aperta l’opzione di dedicarsi alla raccolta di funghi. Toninelli ha risposto all’invito di Grillo, chiedendosi, nel suo video, dove si trovassero i funghi, e attaccando Conte, avvertendo che il suo voto sarebbe dovuto andare contro coloro che desiderano eliminare il limite dei due mandati, che per lui rappresenta l’identità del M5S. Senza questo limite, sostiene Toninelli, il Movimento non sarebbe più quello che è sempre stato, ma diventerebbe il partito di Conte.

Lo scontro tra Grillo e Conte è intenso, con Grillo intenzionato a combattere contro le modifiche attuate e sull’uso del nome e del simbolo del M5S. Il co-fondatore e alcuni seguaci della vecchia guardia puntano sull’astensionismo per ostacolare le modifiche volute da Conte, già approvate a novembre, ma in questa tornata non è previsto il ritorno al limite dei due mandati o alla possibilità di alleanze, mentre si potrà rivotare sull’abolizione della figura del garante e sul ruolo del presidente.

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