“Mi sembra una decisione giusta. Tutto sommato questi si sono rifatti una vita, anche se capisco che l’hanno tolta ad altri”. Così all’AdnKronos Lanfranco Pace, ex di Potere Operaio, dopo che la Corte d’appello di Parigi ieri ha respinto le richieste di estradizione dei dieci ex terroristi ‘rossi’ condannati in Italia per reati commessi negli anni Settanta-Ottanta.

“Non è vero che la Francia garantisce l’impunità – osserva Pace -, anche perché ne hanno estradati tre o quattro da Mitterand in poi. E’ vero che fino a che c’era lui l’impunità è stata garantita, dopo la Francia è andata a corrente alternata”. Quanto alla tesi che vede nella pronuncia della Corte d’Appello di Parigi soprattutto un’offesa per le vittime, Pace sottolinea: “Un’accusa infondata. Lo stato di diritto tutela le vittime in altro modo, in Francia non si è mai parlato di associazioni delle vittime”.

Nella decisione dei giudici francesi ha pesato il fatto che i processi agli ex estremisti ‘rossi’ siano stati celebrati in contumacia, ma, affermano i critici della pronuncia, è stata solo una conseguenza della loro scelta di rendersi latitanti. “Un ragionamento che non mi convince – osserva Pace -, perché la latitanza è un diritto, è un diritto sottrarsi al processo, mentre la condanna in contumacia è una stortura”.

I processi che hanno portato alla condanna degli ex terroristi, però, aggiunge Pace, “sono stati in linea di massima giusti, ma il problema è che parliamo di eventi eccezionali in un’epoca eccezionale che, quindi, andavano chiusi con misure eccezionali. La pervicacia con cui l’Italia continua a chiedere l’estradizione non è degna di un Paese civile”.  

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