In vista delle prossime elezioni in Tanzania, la presidente Samia Suluhu Hassan ha dichiarato la dissoluzione del Parlamento nazionale. Questa decisione, prevista dalla Costituzione, sarà ufficiale a partire dal 3 agosto 2025, aprendo così la fase pre-elettorale in un contesto dominato dal partito Chama Cha Mapinduzi (CCM), al governo dalla indipendenza del Paese.
Durante il suo intervento, la presidente ha sottolineato l’impegno del governo per garantire elezioni “libere e eque”. Tuttavia, tale affermazione è stata contestata dalle forze di opposizione e da organismi per la difesa dei diritti umani. In particolare, il principale partito di opposizione, il Chadema, è stato escluso dal processo elettorale a seguito del suo rifiuto di sottoscrivere un nuovo “codice di condotta elettorale”, giudicato insufficiente rispetto alle necessarie riforme.
A rendere la situazione ancora più complessa, si è registrato l’arresto del leader dell’opposizione Tundu Lissu, accusato di “tradimento”, un reato che può comportare pene severissime, inclusa la pena di morte. Attualmente, Lissu non ha accesso ai propri difensori legali e ha annunciato la sua intenzione di proseguire autonomamente la propria difesa.
Sono aumentate le denunce da parte di organizzazioni internazionali riguardo a una crescente repressione politica, con il governo di Hassan accusato di riprodurre le pratiche autoritarie del suo predecessore, John Magufuli. Nei mesi scorsi, diversi attivisti per i diritti umani, tra cui una candidata kenyana, sono stati espulsi dal Paese mentre cercavano di partecipare a un’udienza relativa al caso di Lissu.
Nonostante le crescenti critiche, la presidente ha confermato l’intenzione di mantenere l’ordine e la stabilità durante il periodo elettorale, affermando che la legge e la sicurezza verranno assicurate su tutto il territorio nazionale.