Una recente indagine ha messo in discussione le teorie tradizionali riguardo all’età in cui i cani diventano anziani, basandosi su dati concreti piuttosto che su miti. Sebbene l’aspettativa di vita di un cane si aggiri intorno ai 12-14 anni, il processo d’invecchiamento è influenzato da molteplici fattori, rendendo difficile stabilire un’età fissa per considerare un cane “anziano”. Un team di ricercatori britannici ha analizzato milioni di cartelle cliniche veterinarie per capire meglio quando i cani invecchiano e ha pubblicato i risultati nel “Journal of Small Animal Practice”.
L’analisi di oltre 1000 cani ha rivelato che non esiste un’età univoca per definire l’invecchiamento canino. Alcuni cani possono passare indenne i sette anni, mentre altri, già a questa età, possono iniziare a mostrare segni di invecchiamento. Questo varia notevolmente tra razze diverse; per esempio, razze come i Cocker Spaniel tendono a invecchiare più lentamente, mentre i Bulldog Francesi possono presentare problemi di salute anche da giovani.
Gli studiosi hanno sottolineato l’importanza di considerare le condizioni di salute per determinare l’età biologica di un cane. A partire dai sette anni, molti cani iniziano a manifestare patologie che influenzano la loro aspettativa di vita e la percezione della loro età. La relazione tra razze e problematiche di salute è complessa: razze meno longeve possono affrontare precocemente problemi muscolari o ossei, mentre quelle con una vita media più lunga possono iniziare a mostrare sintomi di invecchiamento come difficoltà digestive e problemi dentali.
La questione dell’anzianità nei cani risulta quindi soggettiva e non standardizzata. Le ricerche suggeriscono che, piuttosto che basarsi esclusivamente sull’età, sia necessario considerare una serie di fattori individuali che includono la razza, le condizioni fisiche e le specifiche patologie per avere un quadro più accurato dello stato di salute di un cane. In conclusione, capire il momento in cui un cane diventa “anziano” richiede un’analisi approfondita delle sue condizioni di vita e salute, superando gli approcci tradizionali che si basano solo sull’età anagrafica.