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Susanna Tamaro da piccola si sentiva un maschio: “Avrei dovuto ingurgitare ormoni fino alla fine dei miei giorni”



Susanna Tamaro

Susanna Tamaro, in un lungo editoriale pubblicato su Corriere, ha scritto contro la triptorelina, ovvero il bloccante degli ormoni che viene somministrato agli adolescenti che si identificano transgender e che vogliono cambiare s3sso. Lo ha scritto raccontando in prima persona di aver sofferto di disforia di genere.

“Personalmente, ho avuto l’infanzia devastata dalla disforia di genere e per questo ne posso parlare con cognizione di causa. Ho iniziato ad avere problemi fin dall’asilo, quello che nei primi anni era una forza primigenia e inconscia è diventata una disperata consapevolezza: ero scesa in terra nel corpo sbagliato. Data l’epoca, non ho mai confessato a nessuno questa mia devastante certezza ma passavo le notti piangendo se mi veniva regalata una bambola o peggio ancora un qualche vestito da bambina. Verso gli otto, nove anni la sofferenza è diventata incontenibile, avevo sentito dire che a Casablanca si poteva cambiare s3sso e quella città improvvisamente si era ammantata per me di una luce magica. Mia nonna, intuiti i miei tormenti, a un Carnevale mi ha comprato un costume da ufficiale, divisa che non mi sono più tolta fino a che le ginocchia non si sono bucate”.

Ma poi sono arrivate le scuole superiori, i primi interessi e da lì “Le atroci sofferenze della disforia di genere si sono dissolte come un fantasma alle prime luci dell’alba“.

Susanna Tamaro: “Se avessi fatto il grande passo avrei dovuto ingurgitare ormoni fino alla fine dei miei giorni”

“Cosa ne sarebbe stato di me se, a sette, otto, nove anni, fossi stata presa sotto l’ala protettiva dei falchi del gender? […] Psicologi, pillole, ormoni e poi il grande salto di diventare ciò che avevo sempre sognato: un maschio. […] Sono fermamente convinta che la storia giudicherà i cambiamenti di s3sso imposti ai bambini e ai ragazzi come un crimine. Un crimine ideologico, perché se io, sognando di essere un ufficiale, avessi accettato di fare il grande passo, non mi sarei trasformata in un maschio ma in un essere bisognoso di cure a vita, perché la natura è estremamente più forte della cultura o dei nostri desideri e, per contrastarla, a parte le conseguenze degli interventi chirurgici, avrei dovuto ingurgitare ormoni fino alla fine dei miei giorni perché tutto l’imponente apparato biochimico del mio corpo avrebbe continuato a gridare solo una cosa: sono una femmina! Non ho niente in contrario al fatto che una persona ormai adulta, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, decida consapevolmente di fare questo passo, convinta di raggiungere la sua giusta identità. Ognuno è padrone del suo corpo e se non nuoce ad altri può fare quello che vuole”.

La scrittrice ha poi concluso:

“Come si può pensare di bloccare con la triptorelina lo sviluppo di un bambino nell’attesa che decida cosa voglia essere? La vita non è fatta di foto polaroid. E da quando in qua i bambini hanno la consapevolezza e la capacità di determinare da soli il loro futuro? A dieci, dodici, tredici anni, senza alcuna esperienza di cosa sia la vita del corpo, come ci si può avviare a una trasformazione dalla quale non è possibile tornare indietro?”.

“Sono orribilmente etero”

La scrittrice 66enne, che ha dichiarato di volersi unire civilmente con la sua convivente, ha sempre negato con forza tutte le voci riguardanti la sua presunta omosessualità. ““Sono orribilmente etero“.

L’articolo Susanna Tamaro da piccola si sentiva un maschio: “Avrei dovuto ingurgitare ormoni fino alla fine dei miei giorni” proviene da Biccy.it.

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