In un contesto in cui l’insicurezza è all’ordine del giorno, la percezione di aiuto sta cambiando. L’immagine di una madre che spinge un carrello in un supermercato gratuito, con il figlio che indica i biscotti, rappresenta un gesto semplice ma significativo: la scelta. Questo gesto diventa un simbolo di normalità e dignità.
A Regina, in Canada, il BMO Asahtowikamik Community Food Hub offre un nuovo paradigma di assistenza. Qui, le famiglie ricevono un carrello vuoto e si muovono tra scaffali riforniti di alimenti freschi e culturali. Alla cassa, la spesa è sempre gratuita, ma l’esperienza di scegliere dà a ogni membro della comunità un senso di autonomia e responsabilità.
In Italia, oltre duecento empori solidali operano in modalità simile, offrendo supporto a chi vive un momento difficile senza etichettare le persone come “poveri”. Attraverso un sistema di punti, le famiglie possono fare la spesa in spazi simili a negozi di quartiere. Questi empori non si limitano a fornire cibo, ma creano un ambiente accogliente, dove le persone si sentono ascoltate e riconosciute.
La povertà alimentare oggi colpisce un numero significativo di italiani, ma i mercati solidali propongono un’alternativa rispettosa, riducendo la stigmatizzazione legata all’assistenza. La capacità di scegliere aiuta a migliorare la nutrizione e a restituire un ruolo attivo a chi ne ha bisogno.
Questi spazi non solo distribuiscono beni, ma costruiscono relazioni e offrono opportunità, come corsi e sostegno per il lavoro. La rivoluzione silenziosa dell’aiuto consapevole promuove la dignità e il riconoscimento delle persone, trasformando ogni carrello pieno in un simbolo di speranza per una società più inclusiva.