Alla vigilia del 45esimo anniversario dell’omicidio di Piersanti Mattarella, ex Presidente della Regione Siciliana, emergono nuove informazioni che potrebbero cambiare l’andamento dell’inchiesta. La Procura di Palermo avrebbe iscritto nel registro degli indagati due persone ritenute i sicari del politico democristiano, ucciso il 6 gennaio 1980 davanti alla sua famiglia. Tuttavia, gli inquirenti non confermano queste indiscrezioni, mentre la famiglia Mattarella mantiene il silenzio riguardo agli sviluppi del caso.
Piersanti Mattarella, fratello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, era noto per aver tentato di attuare una politica di rinnovamento alla fine degli anni Settanta, cercando di tenere lontani gli intrecci con la mafia. Le sentenze dei processi collegati all’omicidio hanno descritto l’attività politica di Mattarella come “pericolosa” e innovativa, in quanto egli aveva iniziato a esercitare un controllo sui pubblici appalti per garantire maggiore trasparenza e ridurre l’influenza mafiosa. I giudici hanno affermato che gli interessi mafiosi, consolidati nel potere politico, erano stati messi in discussione da Mattarella, il quale si era rifiutato di scendere a compromessi.
L’omicidio avvenne la mattina del 6 gennaio 1980. Mattarella uscì di casa con la famiglia per andare a messa, senza scorta. Durante le operazioni per prendere la propria auto, un giovane sicario gli sparò ripetutamente. I due assalitori fuggirono a bordo di una Fiat 127 poi ritrovata rubata. Le indagini iniziali indicarono l’uso di armi di fabbricazione probabilmente americana o tedesca.
Nel corso degli anni, sono emerse diverse testimonianze di collaboratori di giustizia, alcuni dei quali hanno identificato il boss mafioso Nino Madonia come uno degli esecutori materiali dell’omicidio. Recentemente, Francesco Di Carlo ha dichiarato di aver sentito che il killer era identificabile con Madonia, il quale è attualmente ergastolano. La crescente evidenza contro Madonia, unita alla riapertura di indagini e all’iscrizione di nuovi indagati, danno motivo di speranza per una possibile chiarificazione del caso, nonostante ci si muova ancora nell’incertezza.