I giudici della quinta sezione collegiale di Roma hanno condannato P.R. a cinque anni e mezzo di reclusione nel processo per lo stupro di una ragazza 16enne avvenuto a Capodanno del 2020 in una villa nel quartiere Primavalle. La procura aveva richiesto una condanna più severa di 12 anni e sei mesi, dopo aver ottenuto il giudizio immediato. Secondo l’accusa, P.R. e altri ragazzi, alcuni dei quali erano minorenni all’epoca dei fatti, avrebbero abusato della giovane approfittando del suo stato di incoscienza causato dall’assunzione di alcol e droghe. Oltre a P.R., due minorenni sono già sotto processo per la stessa vicenda, mentre per un altro maggiorenne è stata richiesta la trasmissione degli atti al giudice.
L’avvocato della vittima, Licia D’Amico, rappresentante dell’associazione ‘Bon’t Worry’, ha descritto il caso come “orribile” e ha commentato la sentenza, sottolineando che, a quasi quattro anni dall’accaduto, la condanna inflitta non rispecchia la gravità del crimine. I giudici hanno optato per l’accusa di stupro individuale invece di quella di stupro di gruppo. D’Amico ha evidenziato che dovrà comunicare alla giovane la decisione, un compito difficile che la costringerà a rivivere quanto accaduto.
Il contesto dell’episodio è sconvolgente e rappresenta una situazione drammatica per la vittima, la cui vita è stata segnata dall’accaduto. La considerevole richiesta della procura, rispetto alla condanna finale, ha sollevato interrogativi sull’interpretazione giuridica dei fatti e sull’adeguatezza della pena inflitta rispetto alla brutalità dell’atto.
Questo caso ha messo in luce non solo la vulnerabilità delle giovani persone in situazioni di festa, ma anche la necessità di un sistema giuridico che possa garantire giustizia in tali situazioni, segnalando l’importanza dell’educazione al rispetto e della prevenzione della violenza di genere. La sentenza ha generato sentimenti contrastanti, lasciando interrogativi aperti su come il sistema legale affronta simili crimini e sull’efficacia delle misure di protezione per le vittime.