Mani sudate, sudori freddi, bocca secca e giramenti di testa: i parlamentari vivono sulla propria pelle l’impatto dello stress politico, che si manifesta spesso in occasione di votazioni decisive o interventi in Aula. Nonostante non sia riconosciuto ufficialmente nei manuali clinici, lo stress interessa la quasi totalità dei membri del Parlamento. Le testimonianze raccolte parlano di esperienze varie: c’è chi, come Ida Carmina, si sente frustrato e limitato dall’essere all’opposizione, e chi, come Federico Mollicone, ha dovuto affrontare problemi di salute gravi a causa di un eccessivo carico di lavoro. Alcuni, come Angelo Bonelli, sostengono di sentirsi solo affaticati, mentre altri, come Vittorio Sgarbi, ritengono che l’ansia da prestazione colpisca solo chi non sa distinguersi in modo chiaro.
Fornaro e Meloni offrono visioni contrastanti: Fornaro sottolinea che ci sono lavori ben più stressanti di quello politico, mentre Meloni utilizza l’ironia per affrontare pressione e ansie legate alla sua posizione. Sottolinea che la sua esperienza di governo le sembri un lungo percorso, tanto da scherzare di non ricordarne la durata esatta.
Diverse personalità, come Guido Crosetto e Paolo Zangrillo, mettono in evidenza come lo stress possa avere un impatto sulla salute, creando veri e propri problemi fisici. Altri, come Maurizio Gasparri, scelgono una battuta per alleviare la tensione, affermando di “stressare lo stress” stesso. Matteo Mauri e Filippo Sensi evidenziano come lo stress in politica non sia solo una questione di pressione lavorativa, ma anche un sentimento di impotenza di fronte a situazioni in cui ci si sente insignificanti.
Anche Raffaele Nevi riconosce l’ansia come parte integrante del lavoro parlamentare, legandola a emozioni forti come quelle generate da elezioni e votazioni. Infine, Bonelli, pur vivendo le proprie difficoltà, allarga lo sguardo verso la società, rivelando la crescente pressione e competizione tra i giovani e la necessità di rendere la vita più umana. In generale, i parlamentari sembrano condividere l’idea che lo stress faccia parte della loro professione e che di fronte a questa realtà non ci sia una vera “malattia” da cui fuggire, ma piuttosto una condizione da gestire con consapevolezza.