Brutte notizie per Stefano Bandecchi: le TV Cusano Italia e Cusano News, emittenti collegate all’università Unicusano, di cui Bandecchi è amministratore delegato e sindaco di Terni, chiuderanno, colpendo 250 dipendenti che saranno licenziati. La chiusura è frutto di uno stop imposto dalla magistratura a seguito di un’inchiesta per evasione fiscale che coinvolge l’istituto e il suo fondatore. La Procura di Roma ha già sequestrato oltre 20 milioni di euro, aggravando la situazione.
La conferma della chiusura è stata fornita dallo stesso Bandecchi, che ha spiegato che i giudici non hanno accettato un accordo proposto con l’Agenzia delle Entrate, sottolineando che le attività televisive sono di natura commerciale e non rientrano nell’ambito accademico. Bandecchi ha manifestato il suo dispiacere per i dipendenti, sottolineando l’amarezza derivante dalla decisione di chiudere un’iniziativa universitaria innovativa a livello nazionale ed europeo, fermata per questioni legali che l’hanno associata a attività commerciali non coerenti con il fine educativo dell’università.
L’inchiesta giudiziaria contro Unicusano è iniziata a gennaio 2023, quando i vertici dell’ateneo telematico, con sede a Roma, sono stati accusati di evasione fiscale per oltre 20 milioni di euro. Oltre a Bandecchi, anche altri dirigenti, tra cui Giovanni Punti e Stefano Ranucci, sono stati coinvolti in questa indagine per presunti reati fiscali. Negli anni, Unicusano Campus ha investito ingenti somme in diverse società del Gruppo Bandecchi, gestite da personale dell’ateneo, sollevando interrogativi sull’uso delle risorse universitarie.
Inoltre, Bandecchi è accusato di aver organizzato viaggi in località esotiche come Dubai, Toronto e Miami a spese dell’università, talvolta accompagnato dalla sua famiglia. L’università si sarebbe anche occupata del noleggio di aeromobili e veicoli di lusso per la squadra di calcio Ternana, di cui Bandecchi era presidente, portando ulteriori domande sull’appropriazione delle risorse e sulla gestione finanziaria dell’istituto. La combinazione di tutte queste problematiche ha portato a un grave colpo per le emittenti e i loro dipendenti, oltre che per la reputazione dell’istituzione.