Vedersi allo specchio e non riconoscersi più. Non solo per la tristezza che c’è negli occhi sapendo di dover affrontare le cure per cercare di sconfiggere il cancro. Ma anche perché i capelli, simbolo di vitalità e sensualità, non ci sono più. Caduti a ciocche sul cuscino, in bagno mentre ci si pettina, sparpagliati sui tappeti di casa. Ora per le donne che hanno un tumore al seno e si sottopongono alla chemioterapia – che può far cadere momentaneamente la chioma – c’è Onco Hair. Iniziativa promossa a Milano da Associazione per il Policlinico Onlus, Fondazione Cariplo e Crlab, che dà la possibilità alle pazienti con basso reddito di ricevere gratuitamente una parrucca. Acconciatura che spesso raggiunge prezzi di mercato esorbitanti. Anche 1.200 euro, se in fibra vegetale.

“CAPELLI NATURALI INSERITI UNO ALLA VOLTA”

La parrucca Onco hair è speciale. Con un brevetto innovativo. Si indossa e volendo ci può fare la doccia, non c’è bisogno di toglierla quando si va a dormire e neanche se si va a nuotare. E i capelli, sono capelli veri. “Si tratta di una protesi del capillizio altamente personalizzata, un unicum mondiale realizzato all’interno dei laboratori Crlab di Zola Predosa (Bologna) e da qui esportato in tutto il globo – spiega chi la produce – viene creato utilizzando capelli umani, non trattati, inseriti uno alla volta in una sottile membrana polimerica biocompatibile coperta da brevetto. Il processo produttivo, completamente realizzato a mano, comprende 39 fasi ed è interamente certificato secondo gli standard Iso.

“UN AIUTO NELLA LOTTA CONTRO IL CANCRO”

Il progetto, partito dal capoluogo lombardo, ora verrà esportato nel resto d’Italia. L’altro giorno è stato presentato a Roma al teatro Eliseo.  Sul palco, a moderare l’incontro, la conduttrice Andrea Delogu. “Osservando concretamente quanto questa protesi capillifera sia di aiuto alle donne nella guerra contro il cancro, dopo aver promosso Onco Hair a Milano, con un progetto pilota presso il Policlinico, abbiamo deciso di impegnarci per rendere l’iniziativa nazionale, facendola conoscere e, auspicabilmente, adottare, in altri reparti oncologici in tutta Italia”, ha spiegato Claudia Buccellati, presidente dell’Associazione per il Policlinico Onlus. “Questo tipo di presidio medico – continua Buccellati – ha un costo elevato, che non è alla portata di tutti e noi vogliamo offrire a quante più persone possibili, in tutte le regioni italiane, la possibilità di combattere il tumore con i migliori mezzi a disposizione”. Uno studio promosso da Salute Donna Onlus e condotto presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano ha misurato in 10 punti (ovvero circa il 33%) di miglioramento sulla scala Bis (scala dell’immagine corporea, che va da 0 a 30) l’impatto positivo per le pazienti con recidiva di carcinoma mammario e alopecia recidivante che utilizzano questo dispositivo invece che la parrucca.

EMERGENZA TUMORE AL SENO

Il tumore alla mammella è il più diagnosticato nel 2020, anno in cui si sono registrati 54.976 casi, il 14,6% di tutte le nuove diagnosi. La calvizie indotta da chemioterapia riguarda il 65% delle persone che si sottopongono ai trattamenti ed è forse lo stigma sociale più riconoscibile del tumore. A cinque mesi dalla chemioterapia, l’86% delle donne ha ancora problemi con i capelli, il 33% ne risulta preoccupata, il 28% è convinta che la loro perdita interferisca con il proprio funzionamento, il 40% riferisce di come l’alopecia impatti con le relazioni sociali e provochi riluttanza a continuare l’attività lavorativa.

“LA CURA TRASFORMA L’IMMAGINE DI SE'”

“Non solo la malattia –  ha spiegato intervenendo alla presentazione  all’Eliseo Donatella Gambini, oncologa del Policlinico di Milano che ha seguito il Progetto Onco Hair – , ma anche la cura trasforma il corpo della donna, modificando l’immagine di sé. La caduta dei capelli rappresenta un evento psicologicamente molto impegnativo, qualcuno dice che contribuisce a dare alla persona il volto della malattia stessa. Può essere vissuto in modi diversi, a seconda del carattere di ciascuno, dell’età, dei contesti. Capita ancora oggi che qualcuno, per motivi diversi, senta la necessità di nascondere la diagnosi, e perdere i capelli a causa delle terapie rende ovviamente tutto molto più complesso. Ritrovarsi quindi in una situazione che anche esteticamente sia la più vicina possibile alla ‘normalità’ può essere di grande aiuto”.

L’IMPEGNO DELLA MINISTRA GELMINI

Per la ministra Mariastella Gelmini, anche lei alla presentazione romana, Onco Hair è un progetto importante perché è dalla parte delle donne, persone che devono affrontare una malattia spesso pesante dal punto di vista psicologico.  “Ci auguriamo che questo progetto possa estendersi anche alle altre regioni, ne parlerò anche al ministro Roberto Speranza: dobbiamo provarci. Veniamo da un anno in cui la pandemia ha drenato molte risorse umane ed economiche, ma non dobbiamo trascurare le altre malattie. È giusto puntare il focus sulle esigenze di molte pazienti, supportando tutto ciò che può alleviare le loro sofferenze e le difficoltà del loro percorso di cura”.

“I CAPELLI ELEMENTO DELL’ IDENTITA'”

Paura di mostrare i segni della malattia, socialità a volte che viene azzerata, depressione. Perdere i capelli può voler dire anche questo.“Nella mia esperienza diretta in ospedale –  ha detto David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi – posso testimoniare quanto sia importante il sostegno psicologico agli ammalati di tumore. Per la donna i capelli sono un elemento fondamentale della sua identità, del suo carattere e della sua femminilità. E quando sono in gioco tali fattori, il pericolo è quello di un disagio molto profondo che va ad aggiungersi al malessere della malattia”.

 

 

Fonte

Un pensiero su “Solidarietà, dal policlinico di Milano parrucche in regalo alle donne in chemio: il brevetto è rivoluzionario”

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