La scritta “Spara a Giorgia” è apparsa sulla vetrina di una banca a Milano il 12 aprile, durante una manifestazione pro Palestina, suscitando conseguenze legali. La Procura di Milano ha avviato un’indagine per violenza o minaccia a un Corpo politico, un reato che può portare a pene detentive. Durante il corteo, che ha visto la partecipazione di 10.000 persone, si sono registrati scontri con la polizia e sei individui sono stati denunciati. Sebbene gli organizzatori avessero esortato i manifestanti più violenti a ritirarsi, una quarantina di appartenenti all’area antagonista ha danneggiato muri e vetrine, culminando nella scritta contro la premier Giorgia Meloni.
L’indagine è condotta dalla Digos, che ha identificato sei giovani nel registro degli indagati per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, imbrattamento e possesso di un coltello. Le autorità stanno ora analizzando per identificare altri partecipanti coinvolti negli scontri e nei danneggiamenti, tra cui l’autore della scritta violenta. L’ipotesi di reato potrebbe comportare pene da uno a sette anni di reclusione, mentre le contestazioni di resistenza includono un’aggravante del recente decreto Sicurezza, applicabile se il fatto è compiuto nei confronti di un ufficiale di polizia.
La manifestazione, che si è svolta nel contesto di una guerra in corso a Gaza, ha attirato una folla di famiglie, ma ha visto anche atti vandalici e violenza. Nonostante gli sforzi per mantenere la pace, la protesta ha evidenziato tensioni significative nel clima politico attuale.