In Italia si osserva un incremento significativo dei casi di influenza, con un’incidenza che nella settimana dal 6 al 12 gennaio ha raggiunto 14,3 casi per mille assistiti, rispetto ai 12,1 della settimana precedente. Circa 841.000 italiani sono stati colpiti, portando il totale stagionale a circa 6,8 milioni di casi. La situazione è particolarmente preoccupante per i bambini sotto i cinque anni, con un’incidenza di 25,5 casi per mille assistiti, rispetto alle fasce di età superiori: 5-14 anni (12,96) e 15-64 anni (15,61), mentre per gli over 65 l’incidenza è di 9,02 casi per mille.
I sintomi più comuni dell’influenza includono febbre alta, dolori muscolari, mal di gola e tosse, con possibili complicazioni come affaticamento e difficoltà respiratorie, in particolare per i gruppi più vulnerabili. Nonostante l’aumento dei casi, il picco influenzale non sembra essere imminente, a differenza dell’anno precedente, quando l’incidenza era già in diminuzione in questo periodo. Solo il 27,2% dei campioni analizzati è risultato positivo ai virus influenzali, con la restante parte attribuibile ad altri agenti respiratori, come il Rhinovirus (6,4%) e il Sars-CoV-2 (3%).
Le condizioni climatiche avverse e il ritorno a scuola dopo le festività natalizie hanno facilitato la diffusione del virus. Le regioni più colpite attualmente includono Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia, mentre Basilicata e Calabria non hanno attivato la sorveglianza epidemiologica. L’Istituto Superiore di Sanità (Iss) consiglia di prestare attenzione ai sintomi, consultare il medico in caso di febbre alta persistente e adottare misure preventive, come il lavaggio frequente delle mani e l’uso di mascherine in luoghi affollati.
Con l’apertura delle scuole, è previsto un ulteriore aumento dei casi di influenza, e si raccomanda di monitorare anche la diffusione di virus respiratori come il virus sinciziale e l’HMPV.