L’allerta nel Regno Unito cresce a causa dell’aumento dei contagi da Norovirus, in particolare della variante Kawasaki, che ora rappresenta il 70% delle infezioni attualmente in circolazione. Questo ceppo del virus, scoperto per la prima volta in Cina nel 2014, è noto per causare gastroenteriti, anche severe, soprattutto nei soggetti più vulnerabili. Secondo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi-Sant’Ambrogio, il Norovirus Kawasaki appartiene al genogruppo 2 (GII.17) e si trasmette facilmente per via orofecale e aerea.
È importante non confondere il Norovirus Kawasaki con la malattia di Kawasaki, un’infiammazione acuta dei vasi sanguigni che colpisce prevalentemente i bambini. I sintomi del Norovirus includono quelli tipici di una gastroenterite, mentre la malattia di Kawasaki si presenta con febbre, arrossamento delle congiuntive e anomalie delle estremità. Recentemente, in Regno Unito, sono stati registrati oltre 2.600 casi, il doppio rispetto al passato, e anche in Italia i numeri sono in aumento.
Nonostante l’allarme, Pregliasco sottolinea che il Norovirus Kawasaki non è un patogeno nuovo e il periodo di maggiore diffusione non segue una stagionalità specifica. La sua trasmissibilità viene accentuata dalla presenza della variante attuale. Si raccomanda di rispettare le norme igieniche stabilite durante la pandemia di COVID-19, poiché i soggetti più a rischio sono gli anziani e i bambini piccoli, in particolare per i rischi di disidratazione associati alla malattia.
Per la diagnosi di Norovirus Kawasaki è necessario effettuare esami di laboratorio, ma essendo una malattia virale, non si prevedono antibiotici; l’importante è mantenere una buona idratazione. Eventualmente, si possono usare farmaci sintomatici per alleviare i sintomi nei casi più gravi, anche se la patologia si risolve in modo naturale in pochi giorni.
Anche in passato, il Norovirus è stato associato a focolai epidemici legati ad acqua contaminata, come accaduto tra Trentino e Lombardia. Si conferma quindi l’importanza della vigilanza, soprattutto in contesti dove le persone possono essere in stretto contatto.