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venerdì, 28 Marzo, 2025
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Sinner e il caso doping, Itia assolve (ancora) Jannik

Il caso di Jannik Sinner continua a sollevare discussioni nonostante la chiusura del fascicolo Clostebol e la conseguente squalifica di tre mesi del tennista azzurro dopo un accordo con la Wada. La direttrice generale dell’Itia, Karen Moorhousen, ha risposto alle accuse di scarsa trasparenza sollevate da alcuni tennisti, tra cui Nick Kyrgios. In un’intervista con l’Afp, ha chiarito che ci sono stati malintesi comunicativi riguardo al caso Sinner.

Moorhousen ha spiegato che era errato pensare si stesse annunciando un test positivo, mentre in realtà si trattava di sospensioni provvisorie. Ha confermato che nel caso di Sinner, come in quello di Iga Swiatek, le regole sono state seguite. Entrambi i tennisti hanno presentato ricorso contro la sospensione provvisoria nei termini stabiliti e, avendo avuto successo, tali sospensioni non sono state rese pubbliche. Se l’Itia avesse agito diversamente, avrebbe violato le proprie norme, ammettendo che potrebbero esserci modifiche alle regole in futuro.

In merito alla mancata punizione di Giacomo Naldi e Umberto Ferrara, ex membri dello staff di Sinner, Moorhousen ha chiarito che i reati presuppongono l’intento di doparsi. Secondo i legali consultati, non c’erano motivazioni sufficienti per perseguire penalmente alcun membro dello staff, poiché non vi è stata violazione delle regole antidoping del tennis, che sono in linea con il Codice mondiale antidoping.

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