Sigfrido Ranucci è finito nel mirino di Forza Italia e di Marina Berlusconi dopo un episodio di Report dedicato a Marcello Dell’Utri e ai suoi legami con Silvio Berlusconi. In seguito alle critiche rivolte al programma, il giornalista ha risposto, innescando nuove polemiche con il partito e i suoi senatori. La trasmissione ha riscosso un notevole interesse di pubblico, con oltre 1,5 milioni di telespettatori, e Ranucci ha difeso il suo lavoro sottolineando che l’inchiesta si basa su documenti e dichiarazioni verificate dai magistrati. Ha anche affermato che ha dato spazio alla famiglia Berlusconi e ai legali di Dell’Utri per rispondere alle accuse.
Marina Berlusconi ha reagito negativamente all’inchiesta, dichiarando che potrebbe perseguire azioni legali contro Report, definendolo “pseudo-giornalismo”. I senatori di Forza Italia, in una nota, hanno deriso Ranucci, paragonando le sue affermazioni a quelle di un clown e mettendo in dubbio la sua credibilità.
Il sostegno per Ranucci è arrivato anche da Alessandro Di Battista, ex deputato del M5S, e Sandro Ruotolo, esponente del PD, che hanno distinto il lavoro informativo della trasmissione come parte di una legittima indagine giornalistica. Ruotolo ha evidenziato come la destra non tolleri l’approfondimento critico in televisione, e ha espresso solidarietà alla redazione di Report, sottolineando che saranno i magistrati a decidere sull’eventuale diffusione di notizie.
In un’altra occasione, Ranucci ha accusato Meta di aver censurato i contenuti relativi alla trasmissione e alla situazione a Gaza. Di Battista ha confermato le sue esperienze di contenuti limitati sulla piattaforma, denunciando una censura sistematica su temi riguardanti il conflitto israelo-palestinese. Ha evidenziato che la BBC ha rivelato la limitazione dei contenuti su Gaza e ha citato un appello di un giovane giornalista palestinese che ha denunciato la mancanza di supporto internazionale per i reporter in Palestina. Di Battista ha esortato a moltiplicare le fonti di informazione e a non essere indifferenti alla violenza contro i giornalisti palestinesi.
In sintesi, la polemica su Report ha sollevato importanti interrogativi sulla libertà di informazione e sulla censura, evidenziando le tensioni politiche in corso in Italia.