La questione dei permessi lavorativi per assistere animali domestici malati è di grande attualità, soprattutto per chi affronta la malattia dei propri amici a quattro zampe. In Italia, non esistono permessi retribuiti specifici per la cura degli animali domestici, contrariamente a quanto previsto per familiari stretti in caso di lutto, malattia o per necessità legate alla Legge 104. La storia di Patrizio e della sua cane Nana, che a 16 anni affronta problemi di salute come demenza senile e dolori osteoarticolari, evidenzia questa realtà. Patrizio, dopo che il partner ha dovuto trasferirsi per lavoro, si è trovato a dover gestire da solo le esigenze di Nana. Quando ha chiesto un permesso dal lavoro per prendersi cura di lei, è stato accolto con incredulità.
Nonostante questo, ci sono esempi incoraggianti. Una dipendente di un’università romana è riuscita a ottenere un permesso per assistere il proprio cane dopo un intervento chirurgico, utilizzando un’argomentazione efficace che collegava la mancata assistenza a un possibile reato di maltrattamento. Questa storia offre speranza e dimostra che, con la giusta motivazione, le cose potrebbero cambiare in futuro.
Il caso di Patrizio sottolinea come i proprietari di animali domestici anziani, nonostante l’affetto e il sostegno che ricevono da campagne di adozione, si sentano spesso abbandonati dallo Stato in termini di supporto economico e psicologico. La speranza è che storie come quella della dipendente romana possano portare a progressi nella legislazione italiana.