Le malattie del cervello rappresentano la principale causa di disabilità e la seconda causa di morte, subito dopo le patologie cardiovascolari. A seguito della pandemia di Covid-19, si è registrato un incremento dei disturbi mentali, soprattutto tra i giovani, rendendo essenziale un intervento che privilegi l’ascolto. La senatrice Elena Murelli, membro della Commissione Sanità e lavoro del Senato, evidenzia l’importanza di iniziative come il progetto ‘Mi vedete’, che mira a coinvolgere direttamente i ragazzi nelle attività scolastiche attraverso un ascolto attivo. Secondo Murelli, è fondamentale avere uno sportello psicologico nelle scuole, già implementato negli istituti superiori con il supporto del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca. Tuttavia, è necessario anche un educatore, una figura terza che possa ascoltare quotidianamente i ragazzi.
Murelli interviene in occasione dello spettacolo ‘Pinocchio: una favola alla rovescia’, organizzato dalla Compagnia stabile del Teatro Patologico, formato da attori con disabilità fisiche e psichiche, per promuovere il dialogo sul diritto alla salute e sulla socialità inclusiva. La senatrice sottolinea che è cruciale intervenire precocemente sui disturbi mentali, evitando che si traducano in comportamenti problematici come il bullismo, la noia o disturbi alimentari.
Murelli fa riferimento ai piani di prevenzione adottati da regioni come Lombardia ed Emilia-Romagna, sottolineando come l’Italia sia all’avanguardia con un reparto dedicato ai problemi neuropsichiatrici infantili e adolescenti. Tuttavia, alcuni centri di ascolto sul territorio non funzionano adeguatamente. È imperativo che le Istituzioni si impegnino nell’ascolto dei giovani, creando centri di supporto nelle scuole e sul territorio per accompagnarli dalla diagnosi alla cura, con l’obiettivo di prevenire il disagio mentale.
Inoltre, molti studenti si sentono inibiti a parlare dei loro problemi, temendo di essere giudicati. La figura dell’educatore può giocare un ruolo cruciale nel fornire un supporto efficace. È suggerito anche di potenziare l’educazione civica come spazio di ascolto e partecipazione nei gruppi, creando così una base fondamentale per un’educazione relazionale che risulta mancante nella società attuale.