La Camera dei Deputati ha approvato la riforma costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati, con 174 voti favorevoli, 92 contrari e 5 astenuti. Questa rappresenta la prima delle quattro letture previste, dopodiché il testo passerà al Senato. I partiti di maggioranza e le forze di opposizione Azione e Più Europa hanno votato a favore, mentre Italia Viva si è astenuta e Pd, M5S e AVS si sono espressi contro.
Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, ha descritto la giornata come storica, sottolineando che la separazione delle carriere è una misura utile per la democrazia, simile a quanto avviene in paesi come Gran Bretagna e Stati Uniti. Andrea Delmastro delle Vedove, deputato di Fratelli d’Italia, ha parlato di un “snodo epocale”, affermando che la separazione delle carriere e il sorteggio al Csm sono passi fondamentali verso una giustizia più equa.
Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia, ha dichiarato che l’approvazione segna una grande vittoria sia per il centrodestra che per il Parlamento. Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia, ha aggiunto che la chiara distinzione di ruoli è essenziale per garantire imparzialità e ha esortato a procedere rapidamente verso l’approvazione definitiva.
Tuttavia, le voci di opposizione hanno manifestato forti preoccupazioni. Antonio D’Alessio di Azione ha espresso tristezza per il clima poco costruttivo nel dibattito, mentre Federico Cafiero de Raho del M5S ha avvertito che la riforma comprometterà la separazione dei poteri, permettendo alla politica di prevalere sulla magistratura. Debora Serracchiani del Pd ha sottolineato come la riforma possa indebolire il potere giudiziario e ha criticato l’approccio “blindato” del governo.
La discussione si è focalizzata sulla necessità di una giustizia equa, ma le critiche hanno sollevato interrogativi sul rispetto della Costituzione e sull’impatto della riforma sulla protezione dei diritti dei cittadini. In particolare, è stato messo in discussione l’effettivo miglioramento nel sistema giustizia e il rischio di frammentazione dell’ordine giudiziario. La posizione di chi si oppone alla riforma sottolinea la necessità di un dialogo più aperto e di considerare altre riforme necessarie, come il sovraffollamento carcerario.