“Dare ai bimbi radici e ali” è il principio fondamentale per un’identità comune e la libertà di realizzare sogni e inclinazioni personali, secondo il pediatra Italo Farnetani. In un’intervista con l’Adnkronos Salute, Farnetani esprime una valutazione sui cambiamenti proposti dal ministro Valditara per il primo ciclo scolastico, evidenziando cinque approvazioni, un rifiuto e alcuni “sì ma”. Tra le sue proposte, c’è l’idea di utilizzare un dizionario online accessibile tramite smartphone, che può aiutare gli studenti a scrivere meglio e in modo più personale.
Il primo “sì” riguarda la promozione della lingua italiana e della grammatica già dalla scuola primaria. Farnetani sottolinea l’importanza di fornire agli studenti strumenti per comunicare in modo efficace, allontanandoli dalla comunicazione superficiale dei social media. Al secondo posto, si trovano la musica, la storia dell’arte e gli studi umanistici. La musica è ritenuta fondamentale per lo sviluppo del cervello, promuovendo inclusività e socializzazione, e Farnetani suggerisce di partire con canzoni già famose tra i bambini. La storia dell’arte è un’altra valorizzazione, poiché rafforza le radici culturali e allena alla bellezza. Inoltre, avverte che l’umano è irrinunciabile anche in un’epoca tech.
Un’altra approvazione riguarda la severità nel punire conduzione insufficiente, sottolineando l’importanza di mandare segnali chiari di condanna nei confronti dei comportamenti scorretti. Farnetani ritiene fondamentale che gli alunni comprendano l’esistenza di regole da rispettare.
La questione del latino suscita ambivalenza: va introdotto solo dalla terza media, in quanto i ragazzi più giovani non hanno le capacità mentali sufficienti; prima si possono avvicinare alla cultura latina tramite attività pratiche. Anche la promozione della lettura è vista con riserva, suggerendo di partire da testi contemporanei per coinvolgere i ragazzi, rinvigorendo l’interesse per la letteratura.
Infine, Farnetani esprime un netto no alla dicitura “non sufficiente”, che per gli studenti rappresenta un fallimento e potrebbe nuocere all’autostima, proponendo di utilizzare “in formazione” per incoraggiarli a vedere il loro percorso educativo come un lavoro in corso.