Le trattative per il rinnovo del contratto collettivo del comparto Istruzione e Ricerca vanno avanti troppo lentamente, se non proprio “a passo di lumaca”. Un ritardo “abnorme”, a periodo triennale già scaduto, che forse richiede una sterzata da parte del governo. E’ questa, in sostanza, la richiesta dell’Anquap, Associazione Nazionale Quadri delle Amministrazioni Pubbliche, secondo cui ci vorrà ancora lungo tempo per giungere alla conclusione del processo.
“Sono passati quasi nove mesi dall’inizio della navigazione (avvio della trattativa il 17 maggio 2022) e l’approdo non è ancora in vista”, dichiara in un comunicato il presidente dell’Anquap, Giorgio Germani. “Certo la navigazione è procellosa ma non si può dire che i naviganti siano esenti da responsabilità. Se non ci fosse stato l’intervento autorevole e determinante del ministro Valditara, che ha promosso l’accordo del 10/11/2022, quale presupposto essenziale per il CCNL del 6/12/2022 sui principali aspetti del trattamento economico, tutto il personale scolastico e delle altre sezioni sarebbe ancora fermo alle retribuzioni tabellari e ai trattamenti accessori a carattere fisso e continuativo del precedente contratto collettivo”. Germani ricorda che “in tutti i restanti comparti (Funzioni Centrali, Sanità e Funzioni Locali) i CCNL si sono conclusi rispettivamente il 9 maggio, 2 e 16 novembre del 2022”. Invece “il più grande comparto di contrattazione collettiva del pubblico impiego (dove lavorano oltre 1.200.000 dipendenti di Scuole, Università, Enti Pubblici di Ricerca, Accademie e Conservatori) è il fanalino di coda, a dispetto dell’impegno e della professionalità che quotidianamente le diverse categorie di personale esprimono per garantire servizi pubblici essenziali”.
Secondo il numero uno dell’Anquap, “negli incontri del decorso mese di gennaio (ben quattro) e in quello di ieri i passi in avanti della trattativa, sugli aspetti giuridici e su ulteriori aspetti economici, sono stati molto parziali ed hanno affrontato solo la parte comune e la sezione scuola con riferimento alla materia delle relazioni sindacali. Manca ancora la più parte della sezione scuola – con argomenti particolarmente impegnativi tra cui l’ordinamento professionale dei Direttori SGA e del personale ATA – e tutte le restanti sezioni.””Il prossimo incontro risulta fissato al 21 febbraio p.v. ma è evidente che con un andamento così lento (il passo della lumaca) occorreranno ancora diversi mesi per giungere alla conclusione – sottolinea – Nel frattempo il personale interessato deve garantire il già impegnativo lavoro ordinario e occuparsi delle attività straordinarie per la realizzazione del PNRR. Un ritardo abnorme, a periodo triennale già scaduto, si potrebbe anche giustificare in presenza di clausole pattizie di elevata qualità ma, per quanto di nostra conoscenza (e ci piacerebbe essere clamorosamente smentiti), allo stato degli atti la ‘produzione’ non ha questa connotazione”. Dunque, conclude Germani, “valuti il Governo, in primis il ministro Valditara, se non sia il caso di intervenire nuovamente sulle parti negoziali per dare una sterzata alla trattativa e giungere quanto prima possibile ad una doverosa conclusione di elevata qualità.”