Un disegno di legge per “garantire la libertà educativa delle famiglie”, e che di fatto è la modifica della legge provinciale sulla scuola del 2006, è stato presentato oggi a Trento dal primo firmatario, il consigliere provinciale di Fratelli d’Italia Claudio Cia, insieme al consigliere provinciale della Lista Fassa Luca Guglielmi, all’assessore all’Istruzione Mirko Bisesti e al presidente di ProVita & Famiglia onlus Antonio Brandi. Il disegno di legge, numero 148 del 3 giugno 2022, è attualmente in discussione nella V commissione (Istruzione e Ricerca), in attesa di approvazione per poi passare al vaglio del Consiglio provinciale.
Il testo prevede che la partecipazione alle attività che non rientrano nel curriculum obbligatorio, come quelle sull’educazione e identità sessuale, sulla salute riproduttiva o sul genere, “è facoltativa e dev’essere inserita nel progetto d’istituto”, e in ogni caso per essere approvata devono prevedere un iter organizzativo con la valutazione degli esperti coinvolti, dei finanziatori e dei materiali didattici utilizzati. In caso di progetti su questi argomenti nelle scuole primarie e secondarie di primo grado, che prevedano il coinvolgimento degli studenti, devono essere “preventivamente progettati in forma dettagliata, con l’indicazione dei soggetti coinvolti, e presentati ai genitori per una loro preventiva approvazione in forma scritta”.
“Questo disegno di legge vuole difendere il diritto dei genitori di decidere sui percorsi formativi facoltativi dei loro figli — ha spiegato Claudio Cia, Consigliere provinciale di Fratelli d’Italia della Provincia autonoma di Trento — tanto più in una scuola dove non di rado assistiamo a forzature per giustificare percorsi formativi che prevaricano al suo ruolo, che è quello di educare e di formare i ragazzi in modo che siano pronti per affrontare la vita, insegnando la libertà di pensiero e l’indipendenza, e non certo quello di instillare in loro incertezze e confusione”.
L’idea del disegno di legge era scaturita dall’iniziativa di Luca Poli, responsabile del “Movimento pinetano per la vita”, che aveva raccolto 5.942 firme a sostegno di una petizione popolare con la richiesta di un disegno di legge provinciale “sulla libertà educativa, per bandire l’ideologia gender dalle scuole”.