Un team di ricerca dell’Università di Oulu, in collaborazione con biobanche internazionali, ha svelato i fattori genetici legati all’ernia del disco lombare, una condizione causa comune di sciatica e dolore lombare. Questo studio, pubblicato su Nature Communications, ha analizzato dati di oltre 829mila persone. L’ernia del disco lombare avviene quando il nucleo polposo del disco intervertebrale fuoriesce, comprimendo le radici nervose e causando vari sintomi, tra cui dolore e formicolii. L’incidenza di questa condizione aumenta con l’età, poiché i dischi tendono a degenerare.
Tradizionalmente, si attribuiscono le cause principali dell’ernia a sollecitazioni fisiche, posture scorrette e fattori di rischio come traumi e obesità. La diagnosi richiede un’accurata valutazione clinica e tecniche avanzate come la risonanza magnetica, utile per visualizzare la degenerazione dei dischi. Le opzioni di trattamento variano; per casi meno gravi si ricorre a fisioterapia e farmaci, mentre nei casi severi si può rendere necessario l’intervento chirurgico.
La ricerca ha messo in luce che non tutti coloro che hanno fattori di rischio sviluppano l’ernia, spingendo i ricercatori a esplorare la predisposizione genetica. Lo studio ha identificato 41 nuove regioni del genoma associate al rischio di ernia del disco, legate alla struttura dei dischi e ai processi infiammatori. Ci sono anche connessioni con geni che influenzano il sistema nervoso e la trasmissione del dolore. La scoperta di tali geni potrebbe spiegare perché alcuni pazienti soffrano in modo più intenso rispetto ad altri.
Inoltre, i ricercatori hanno identificato nuove regioni genomiche associate a forme severe di ernia, suggerendo lo sviluppo di test genetici per prevedere la necessità di interventi chirurgici e fornire trattamenti personalizzati. Il professor Johannes Kettunen ha evidenziato le ripercussioni sociali della ricerca, che potrebbe ridurre i costi sanitari e le perdite di produttività.
Lo studio sottolinea l’importanza di un approccio integrato che consideri fattori genetici, biomeccanici e comportamentali, mirando a trattamenti personalizzati. Questo approccio potrebbe migliorare la qualità della vita di chi soffre di dolore cronico e ridurre il peso fisico ed emotivo associato all’ernia del disco. La ricerca invita a riflessioni su come la medicina moderna possa evolversi, integrando diverse discipline per un nuovo modello di cura centrato sul benessere del paziente.