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Scoperta Casual di una Città Maya nella Giungla Messicana: Valeriana

Una scoperta straordinaria è avvenuta in Messico, dove è stata rinvenuta un’enorme città Maya, chiamata Valeriana, nel cuore della giungla. Questo complesso, nascosto sotto la vegetazione, è stato identificato grazie alla tecnologia Lidar, un metodo di telerilevamento che utilizza impulsi laser per mappare strutture nascoste. Luke Auld-Thomas, un dottorando in Antropologia della Northern Arizona University, ha portato a termine questo straordinario risultato.

Combinate a un’ampia area di indagine, le scoperte di Auld-Thomas hanno rivelato tre siti, in un’area grande quanto Edimburgo. La sua ricerca è iniziata casualmente quando ha trovato informazioni su un progetto di monitoraggio ambientale condotto in Messico. Analizzando i dati ottenuti tramite Lidar, è emerso chiaramente che si trattava di una vasta città antica, che tra il 750 e l’850 d.C. poteva ospitare tra 30.000 e 50.000 persone, suggerendo un centro culturale ricco e complesso.

Valeriana, così chiamata in onore di una laguna nelle vicinanze, si trova a breve distanza da una strada principale, vicino a Xpujil, un’area attualmente abitata da Maya. È considerata “nascosta ma in bella vista”, poiché, sebbene non ci siano foto della città, gli abitanti del posto sospettavano l’esistenza di rovine sotto il terreno.

Le caratteristiche di Valeriana includono elementi distintivi di una capitale, con una densità di edifici che la colloca subito dopo il famoso sito archeologico di Calakmul. La città si estende su circa 16,6 km² e presenta due centri principali collegati da strade rialzate, fiancheggiati da abitazioni. Ci sono anche due piazze dotate di templi piramidali, utilizzati per scopi religiosi e spirituali. Sono stati identificati un campo da gioco per il Tlachtli e un probabile bacino idrico, insieme a ben 6.764 edifici di diverse dimensioni.

Questa scoperta ha il potenziale di cambiare la percezione storica della regione, spesso vista come un luogo di declino per le civiltà antiche, secondo le parole del professor Marcello Canuto, coautore della ricerca. La rivelazione di Valeriana offre una nuova comprensione delle complessità e delle ricchezze delle civiltà Maya.

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