Scontri tra manifestanti e polizia si sono verificati a Roma nel quartiere di San Lorenzo durante un presidio per Ramy, con otto agenti feriti. I manifestanti hanno rovesciato cassonetti e lanciato fumogeni, petardi e altri oggetti contro le forze dell’ordine, provocando la reazione della polizia. Secondo quanto riportato, alcune bombe carta lanciate hanno danneggiato un veicolo della polizia. L’intervento delle forze dell’ordine è stato ordinato dal questore di Roma, Roberto Massucci, per tutelare la sicurezza degli agenti. Domenico Pianese, segretario del sindacato di Polizia Coisp, ha denunciato la gravità dell’accaduto, evidenziando che diversi agenti hanno riportato ferite, alcune delle quali gravi. Ha condannato l’utilizzo della violenza durante le manifestazioni, affermando che tali comportamenti rappresentano una vile aggressione contro lo Stato.
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha sottolineato la gravità dei disordini e ha condannato gli attacchi alle forze di polizia, definendo inaccettabile l’uso della violenza sotto qualsiasi forma. Ha ribadito che il diritto a manifestare non deve giustificare atti di violenza o una sfida all’autorità statale. Egli ha espresso pieno sostegno alle forze di polizia, definendole tra le migliori al mondo e ha denunciato l’idea che tali condotte possano essere giustificate in alcune circostanze.
Il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, ha espresso solidarietà ai poliziotti feriti e ha stigmatizzato l’attacco premeditato contro le forze dell’ordine, mirando a riconoscere il loro operato nel mantenere l’ordine pubblico. Ha evidenziato che la manifestazione, organizzata per ricordare Ramy, ha visto un attacco contro gli agenti schierati.
In un contesto simile, si è svolta anche una manifestazione a Milano per Ramy, un giovane di origine egiziana deceduto in un incidente durante un inseguimento. Circa duecento partecipanti hanno sfilato attraverso la città, chiedendo verità e giustizia. Diversi gruppi sociali hanno denunciato la violenza delle forze dell’ordine contro le comunità marginalizzate, associando la protesta alla lotta contro il razzismo e l’uso di strategie di sicurezza repressive.