Durante un’intervista a Francesco Giorgino per la trasmissione XXI Secolo su Rai Uno, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha trattato diversi temi rilevanti, tra cui gli scontri nelle manifestazioni, il funzionamento dei centri migranti in Albania e il rischio terrorismo.
Riguardo agli scontri durante il corteo per Ramy, Piantedosi ha sottolineato come le motivazioni delle manifestazioni di protesta stiano cambiando, passando da questioni ambientali a strumentalizzazioni di tragedie. Ha rilevato che l’aumento del 127% del numero di agenti feriti nel 2024 rispetto all’anno precedente evidenzia un fenomeno di crescente violenza contro le forze di polizia. Pur riconoscendo la gravità della situazione, ha rimarcato la necessità di mantenere alta l’attenzione senza cadere nella strumentalizzazione del dolore dei genitori di Ramy.
Il ministro ha evidenziato che i soggetti violenti coinvolti nelle proteste provengono spesso da certi centri sociali, partecipando a manifestazioni che, pur partendo da tematiche giuste, sfociano nella violenza. Ha descritto questi gruppi come “antagonisti”, ossia persone che si oppongono senza un reale dialogo costruttivo.
Passando ai centri migranti in Albania, Piantedosi ha affermato che questi rappresentano una parte significativa di una strategia complessiva per gestire l’immigrazione. Ha sottolineato l’importanza di favorire canali d’ingresso regolari mentre si combatte con fermezza il traffico di esseri umani. Il governo italiano è pronto a riattivare le strutture in Albania in luce di un cambiamento di paradigma in Europa, dovuto all’adozione dell’agenda italiana da parte dell’Unione Europea.
Infine, riguardo al rischio terrorismo, il ministro ha esposto la crescente preoccupazione per i “lupi solitari”, sottolineando che l’intelligence ha neutralizzato la maggior parte delle minacce organizzate, restando vigili nei confronti di individui isolati. Ha comunicato che quasi 200 persone sono state espulse per sospetto di radicalismo sotto il nuovo governo. Inoltre, Piantedosi ha condiviso la sua esperienza con Matteo Salvini al Viminale, sottolineando l’apprezzamento per il lavoro svolto, nonostante le difficoltà legate a vicende giudiziarie.