Brutte notizie per il Settebello, la nazionale di pallanuoto maschile dell’Italia, che è stata sospesa per sei mesi a causa della violazione dell’articolo 5 del World Aquatics Integrity Code durante le Olimpiadi 2024 di Parigi. Gli azzurri sono accusati di aver aggredito fisicamente e verbalmente gli arbitri in un parcheggio, dopo la partita dei quarti di finale contro l’Ungheria, disputata il 7 agosto. Come conseguenza di tali comportamenti, la squadra sarà esclusa dalla prossima World Cup e dovrà affrontare una multa di 100 mila dollari.
La squalifica è entrata in vigore dal 17 ottobre, e la Federnuoto ha comunicato che non presenterà ricorso. La multa di 100 mila dollari è suddivisa in due parti: 50 mila dovranno essere pagati entro 90 giorni, mentre l’altra metà è sospesa e diventerà effettiva solo se ci sarà un’altra violazione del Codice prima del 17 ottobre 2026.
La protesta del Settebello è iniziata dopo la controversa partita contro l’Ungheria, caratterizzata da decisioni arbitrali discutibili, tra cui l’espulsione di Condemi, che ha causato un pesante svantaggio per la squadra. Dopo la sconfitta, la Federazione italiana di pallanuoto ha presentato numerosi reclami, senza ricevere risposta positiva. Paolo Barelli, presidente della Federnuoto, ha definito la decisione arbitrale “scandalosa”, sottolineando che si trattava di un atto di incompetenza in una partita olimpica di grande visibilità.
Il 9 agosto, durante la partita contro la Spagna per il quinto posto, gli atleti hanno deciso di girarsi di spalle agli arbitri e cantare l’Inno di Mameli rivolti al pubblico, come segno di protesta. Tuttavia, la situazione è degenerata nel parcheggio, dove alcuni giocatori e l’allenatore della squadra avrebbero aggredito gli arbitri. Questo comportamento è stato documentato nelle motivazioni della decisione presa dall’Aquatic Sports Integrity Unit (Aqiu), che ha portato alla squalifica della squadra.
In sintesi, il Settebello dovrà affrontare gravi conseguenze per il comportamento dei suoi membri, che hanno macchiato la reputazione della nazionale e compromettono la sua partecipazione a competizioni future.