Giorgio Ardizzone andrà in pensione a fine febbraio, ripasserà il testimone ereditato nel 2023
Lo spettro del Covid non aleggia più su Sanremo 2024 ma “se c’è qualcuno che presenta una sintomatologia respiratoria particolarmente evidente, un tampone lo faremo“. Parola di Giorgio Ardizzone, medico del Festival di Sanremo e direttore Sc Emergenza-urgenza dell’Asl 1 Imperiese.
Sono lontani i giorni del ‘pubblico di palloncini’ come unica presenza in platea al Sanremo 2021, o quelli del Super Green pass richiesto al pubblico del Festival 2022. Non ci sarà alcuna restrizione anti-Covid a complicare la kermesse 2024 al via il 6 febbraio, come già non ce n’erano nell’edizione 2023. Addio ai paletti della pandemia, ma non alla prevenzione sul palco. “Se c’è qualcuno che presenta una sintomatologia respiratoria particolarmente evidente, un tampone lo faremo. Come è normale che sia, per evitare, anche fosse una sindrome influenzale, che continuando a lavorare a stretto contatto con i colleghi possa magari causare una piccola epidemia”, un focolaio, spiega Ardizzone all’Adnkronos Salute.
Precauzioni di routine, quindi, “ma certamente nulla di paragonabile agli anni in cui la situazione del Paese e soprattutto degli ospedali era drammatica”, ricorda Ardizzone che ha ereditato “lo scettro” di medico del Festival da “Stefano Ferlito, che era il primario del 118” e ha gestito “per tantissimi anni” il piano sanitario messo in campo dall’Asl nei giorni di Sanremo.
“Dopo che l’anno scorso è andato in pensione, sono arrivato io. Per me questo è il secondo Festival” e sarà anche l’ultimo, perché “a fine febbraio andrò a mia volta in pensione”, sottolinea l’anestesista-rianimatore. “Già l’anno scorso ci trovavamo in una situazione più facile – precisa – non c’era più l’obbligo di tampone per i concorrenti e i presentatori” e “da questo punto di vista posso dire di essere stato fortunato: mi sono scampato il periodo di preoccupazione maggiore”, sorride Ardizzone. “Già l’anno scorso, e ancor più quest’anno – conclude – il problema Covid non c’è più”.