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Sangare si dichiara innocente per l’omicidio di Sharon Verzeni: la risposta della famiglia

Moussa Sangare, accusato dell’omicidio di Sharon Verzeni, si è dichiarato innocente durante il suo processo alla Corte d’Assise di Bergamo. Sharon, 33 anni, è stata uccisa con quattro coltellate mentre faceva jogging. Il tribunale ha accolto la richiesta della difesa di effettuare una perizia psichiatrica, suscitando sorpresa tra i familiari della vittima. Il padre di Sharon ha espresso fiducia nel sistema giudiziario.

Sangare, 30 anni, è apparso in aula con l’aspetto di una persona comune, senza collegamenti evidenti alla scena musicale. Durante l’udienza ha pronunciato solo la frase: “Volevo solo dire che sono innocente”, dopo di che è rimasto in silenzio. Il processo è stato avviato con rito immediato, accusandolo di omicidio volontario aggravato da premeditazione e motivi futili. Nonostante il suo diniego di colpevolezza, Sangare aveva inizialmente confessato il crimine agli inquirenti, ma ora contesta di essere in grado di intendere e volere al momento dell’omicidio.

La richiesta di perizia psichiatrica è stata supportata dall’avvocato di Sangare, Giacomo Maj, ma l’accusa, rappresentata dal pm Emanuele Marchisio, ha sostenuto che l’imputato era consapevole delle sue azioni e ha agito con “apatia morale”. Anche i familiari di Sharon, tramite il loro avvocato, hanno mostrato contrarietà alla perizia. La Corte ha infine deciso di procedere con la valutazione psichiatrica, utile a determinare la capacità di Sangare di essere giudicato. La prossima udienza si terrà l’11 marzo, quando sarà nominato il consulente per la perizia.

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