Matteo Salvini ha difeso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nonostante un mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale dell’Aja per crimini di guerra. Salvini ha espresso l’intenzione di incontrare esponenti del governo israeliano e ha dichiarato che Netanyahu sarebbe il benvenuto in Italia, sottolineando che i veri “criminali di guerra” sono altri. Il vicepremier ha definito la questione una “scelta politica”, sottolineando che Israele è sotto attacco da decenni e che i cittadini israeliani vivono nel timore costante dei missili. Secondo lui, considerare Netanyahu un criminale di guerra è irrispettoso e pericoloso, poiché Israele non protegge solo se stesso, ma anche valori occidentali e libertà.
Salvini suggerisce che la posizione della Corte sia influenzata da alcuni paesi islamici che hanno una maggioranza in istituzioni internazionali. Il mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale (ICC) è il principale strumento giudiziario sovranazionale per crimini di guerra e contro l’umanità. Oltre a Netanyahu, anche l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant è stato accusato di crimini contro l’umanità nella Striscia di Gaza. Anche Mohammed Deif, capo di Hamas, ha ricevuto un mandato d’arresto, nonostante la sua presunta morte.
La Corte non ha forze di polizia proprie e fa affidamento sui singoli Stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma del 1998 per l’applicazione delle sue decisioni. Israele non ha mai aderito a questo accordo, mentre l’Italia sì, sebbene la Corte non abbia il potere di obbligare i paesi a rispettare i mandati d’arresto. In passato, persone con mandati d’arresto pendenti hanno viaggiato liberamente tra diversi Stati.
Salvini, con le sue dichiarazioni, lascia intendere che Netanyahu potrebbe visitare l’Italia senza alcun rischio di arresto. La posizione espressa dalla Lega di Salvini sembra quindi garantire che il premier israeliano possa muoversi liberamente nel territorio italiano, nonostante le accuse internazionali a suo carico.