Bruce Springsteen ha recentemente condiviso la sua esperienza riguardo a un periodo difficile della sua vita, in cui ha affrontato il primo crollo psicologico. Durante un’intervista con la BBC, ha rivelato di essersi sentito in imbarazzo per la possibilità di essere visto mentre andava dallo psichiatra, un comportamento che considerava tabu nel suo ambiente culturale.
Secondo Amedeo Bozino, psicologo e psicoterapeuta, il senso di vergogna nel chiedere aiuto psicologico è profondamente radicato in una cultura che associa la fragilità emotiva alla debolezza. Ci è stato insegnato che il valore personale deriva dalla capacità di affrontare le difficoltà da soli, alimentando silenzio e paura del giudizio. Bozino sottolinea l’importanza di rivedere questa concezione: chiedere aiuto non rappresenta un fallimento, ma un atto di consapevolezza e cura di sé.
Molti ancora vedono i problemi psicologici come meno reali rispetto a quelli fisici, un’idea obsoleta. La mente e il corpo sono interconnessi; stress e emozioni non elaborate possono manifestarsi attraverso sintomi fisici. Per questo motivo, la salute mentale è parte integrante del benessere complessivo. Prendersi cura della mente significa anche migliorare le relazioni, la vita lavorativa e la salute fisica.
Sebbene la pandemia abbia spinto a una maggiore apertura tra i giovani riguardo alla salute mentale, esistono ancora differenze sociali e culturali significative. In contesti più tradizionali, parlare delle proprie emozioni può essere complicato, ma ogni discussione aiuta a normalizzare il tema. Rivolgersi a uno psicologo o psichiatra, come ha fatto Springsteen, non indica malattia, ma un desiderio di crescita e di maggiore libertà interiore.
