Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato e tifoso della Roma, esprime il suo disappunto per la situazione attuale della squadra, che ha subito una sconfitta in casa contro il Bologna e continua a scivolare in classifica. Ricorda momenti difficili del passato e critica la proprietà americana dei Friedkin, sostenendo che il loro menefreghismo ha raggiunto livelli intollerabili. Gasparri chiede il loro allontanamento, sottolineando la mancanza di amore e rispetto verso la città e i tifosi.
Dopo l’esonero dell’allenatore Ivan Juric, l’esponente di Forza Italia punta il dito contro le scelte della dirigenza. Riferisce che i Friedkin hanno avuto successi con Mourinho, ma la sua cacciata ha iniziato un ciclo negativo. Critica la decisione di mettere De Rossi come allenatore, ritenendolo un simbolo del romanismo, ma non pronto per un compito così oneroso. De Rossi, secondo Gasparri, era l’unico accettato dalla tifoseria e la sua rimozione è stata mal gestita. Juric, che ha accettato l’incarico, viene descritto come un tecnico non adatto.
Gasparri insiste che la colpa non è di Juric, ma dei Friedkin, e si esprime con scetticismo riguardo a un possibile ingaggio di Roberto Mancini come allenatore. Critica Mancini per aver lasciato la nazionale per motivi economici senza avere il coraggio di ammetterlo. A suo avviso, la Roma necessita di una rifondazione morale e suggerisce il ritorno di Claudio Ranieri come allenatore. Ranieri, romano e amante della Roma, è visto come una figura capace di risollevare la situazione.
Gasparri conclude ironicamente che, se i Friedkin non dispongono di fondi, i tifosi romanisti potrebbero dover organizzare una colletta per sostenere la squadra. La sua analisi evidenzia la frustrazione e la preoccupazione dei sostenitori riguardo al futuro della squadra e alla gestione della dirigenza, richiedendo un amore autentico per il club e una strategia più solida.