Il vaccino antinfluenzale spray sta acquisendo popolarità in Italia come soluzione innovativa nella prevenzione dell’influenza. Roberto Burioni, virologo del San Raffaele di Milano, evidenzia che questa modalità di somministrazione potrebbe trasformare il panorama della vaccinazione antinfluenzale. Sebbene l’idea di un vaccino in forma spray possa sembrare insolita, non è una novità; Burioni ricorda il vaccino orale contro la poliomielite di Sabin, che ha dimostrato la sua efficacia.
Il vaccino spray, conosciuto come Fluenz, viene somministrato direttamente nelle narici ed è un vaccino vivo attenuato, approvato dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per bambini e adolescenti dai 2 ai 18 anni. Burioni sottolinea che la praticità e la percezione di sicurezza di questo metodo potrebbero ridurre le resistenze psicologiche e aumentare l’adesione alla vaccinazione. Inoltre, lo spray potrebbe garantire un’immunità più robusta rispetto ai vaccini tradizionali iniettabili, risultando particolarmente adatto ai bambini e aumentando la tranquillità dei genitori.
Tuttavia, uno degli ostacoli principali resta il costo: ogni dose di vaccino spray può costare fino a cinque volte di più rispetto ai vaccini tradizionali, limitando la sua diffusione a livello nazionale. Nonostante ciò, Burioni afferma che il vaccino spray rappresenta una grande opportunità per aumentare la copertura vaccinale e convincere anche i più scettici.
La ricerca è attivamente in corso su potenziali applicazioni dello spray anche per i vaccini anti-Covid di nuova generazione, con primi esperimenti su animali che indicano un’efficacia potenzialmente maggiore. In un contesto sanitario sempre più focalizzato sulla prevenzione, il vaccino spray emerge come una soluzione promettente per migliorare la salute pubblica e spingere più italiani a considerare la vaccinazione come un passo fondamentale per la propria salute.
In conclusione, sebbene ci siano ancora delle sfide da affrontare, il vaccino antinfluenzale spray potrebbe rappresentare un cambiamento significativo nel modo in cui la vaccinazione viene percepita e accettata, specialmente nei più giovani.