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sabato, 8 Febbraio, 2025
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Roberta Bruzzone sulla violenza nell’addestramento dei cani

L’esperta criminologa Roberta Bruzzone si esprime sull’addestramento cinofilo, affrontando il problema dell’uso violento di metodi educativi che causano traumi ai cani. Bruzzone sottolinea che molti proprietari segnalano esperienze negative con addestratori che impiegano pratiche aggressive per istruire gli animali. La criminologa, nota per il suo lavoro sui casi di cronaca nera, condivide aneddoti di padroni frustrati, evidenziando la necessità di prestare attenzione ai segnali di maltrattamento nella formazione dei cani.

Il racconto di Bruzzone inizia con l’incontro di un cliente di un ristorante, la cui cagnolina ha subito metodi educativi estremi. La violenza che i nostri amici a quattro zampe possono subire, spesso, sfugge ai padroni fino a quando non diventa troppo tardi. La figura dell’addestratore cinofilo è centrale nel discorso; in teoria, dovrebbe essere una persona motivata dall’amore per gli animali. Tuttavia, alcuni addestratori possono avere un approccio negativo nei confronti dei cani, utilizzando metodi che generano paura e trauma.

Bruzzone pone l’accento sui metodi coercitivi, come strattonamenti e urla, che possono alterare il comportamento degli animali. Questi cambiamenti, tuttavia, non si traducono in una corretta educazione, ma piuttosto in una risposta al terrore. Spesso, i proprietari non si rendono conto che questi metodi siano sbagliati e si fidano di professionisti che danno l’impressione di avere il pieno controllo.

In merito ai segnali di maltrattamento, Bruzzone indica chiaramente quando è opportuno intervenire: se un cane viene picchiato, strattonato o intimidito, è il momento di allontanarlo dall’addestratore. La criminologa avverte che spesso la mancanza di empatia da parte di chi si dice esperto è un fattore comune nei metodi violenti. Gli proprietari devono essere pronti a riconoscere queste situazioni e a non sentirsi inadeguati nel sottrarre il loro animale a situazioni di abuso, poiché l’obiettivo deve sempre essere il benessere del cane, non il dominio del presunto educatore. Bruzzone conclude affermando l’importanza di educare i padroni a identificare i metodi abusivi e cercare professionisti che rispettino i bisogni emotivi e comportamentali dei loro animali.

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