La titolare della pizzeria ‘Le Vignole’, sabato scorso era stata convocata in caserma “come persona informata sui fatti”
Giovanna Pedretti, la titolare della pizzeria ‘Le Vignole’ trovata morta domenica sulle rive del Lambro, nel pomeriggio del giorno precedente, sabato 13 gennaio, era stata convocata in caserma dai carabinieri di Sant’Angelo Lodigiano, “come persona informata sui fatti, quale potenziale vittima dell’intera vicenda”, ovvero il caso della recensione omofoba e contro i disabili da lei denunciata in un post su Facebook, confermandone il contenuto. Lo chiarisce una nota dei carabinieri di Lodi.
I militari di Sant’Angelo Lodigiano – viene spiegato ancora – “ipotizzando il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, al fine di informare la procura della Repubblica competente, convocavano in caserma la signora Pedretti con riferimento ad una recensione pubblicata su Google, e poi rimossa, da un anonimo cliente del suo ristorante”.
E’ stato la mattina successiva a quel colloquio di pochi minuti in caserma, domenica 14 gennaio, che la donna è stata trovata morta, e “dell’intera vicenda veniva informato direttamente il procuratore della Repubblica”, riferisce la nota dell’Arma.
Si indaga per istigazione al suicidio: analisi sui commenti social
Sul caso della morte di Giovanna Pedretti, i carabinieri indagano per l’istigazione al suicidio della ristoratrice. Tutto al momento fa pensare che si sia trattato di un gesto estremo, ma la conferma arriverà solo con l’autopsia, attesa – a quanto si apprende – tra oggi e domani.
Intanto le indagini proseguono a 360 gradi per comprendere lo stato emotivo della 59enne, prima lodata per la risposta data al cliente che si lamentava di essere stato messo a mangiare accanto a gay e disabili e poi accusata sui social di essersi inventata tutto. Per questo gli investigatori stanno analizzando anche i numerosissimi commenti pubblici lasciati sui social nelle ore precedenti alla morte di Pedretti.